venerdì 11 gennaio 2013

In tutte le bugie c'è una parte di verità

Giusto per fare invidia agli amanti del cinema: ieri sera ho visto nientemeno che Giuseppe Tornatore, al cinema Visionario per presentare il suo ultimo film, La migliore offerta. Biglietti per la proiezione esauriti già poco dopo l'apertura del botteghino, a dimostrazione che il cinema di qualità non è necessariamente elitario, anche nella tanto vituperata "provincia" (per quanto Udine, sede del Far East Film Festival, possa costituire un'eccezione in questo senso).
Non mi lancerò in critiche cinematografiche, non voglio rubare il mestiere a nessuno: mi limiterò a dire che la trama senz'altro prende ed ha ritmo, la recitazione di Geoffrey Rush (premio Oscar per Shine) si conferma impeccabile e che, per quanto il tema della donna nascosta in casa faccia un po' troppo Jane Eyre, il finale inaspettato (a parte per Enrico, che aveva indovinato tutto....ma come fa???) salva assai degnamente l'originalità del tutto. Insomma, per quanto il film non fosse il mio genere, devo riconoscere che dietro c'è un grande regista e dei grandi attori.
Ovviamente la presentazione di Tornatore ha dato tutto un altro sapore alla visione del film: dal racconto di come le riprese si siano dovute trasferire da Vienna a Trieste a causa di alcuni ostacoli burocratici ai permessi per girare - a quanto pare, una volta tanto abbiamo fatto meglio degli austriaci - con relativi elogi alla Fvg Film Commission, ai retroscena sulla ricrescita dei capelli di Rush (guardate il film e capirete), il regista è riuscito a condensare negli appena 15 minuti in cui si è trattenuto in sala diverse "chicche" per gli appassionati.
Ma la parte più significativa è stata ila spiegazione del leitmotiv del film, "In ogni falso c'è qualcosa di vero": «Ogni volta che diciamo una bugia, e ci infiliamo in mezzo anche solo una parte di verità, possiamo riuscire a far passare tutto per vero; così come, se nella verità c'è anche solo una parte di bugia, rischiamo che tutto passi per falso». Un'ulteriore elaborazione del «Una bugia ripetuta a sufficienza diventa una verità» di Lenin, che senz'altro fa pensare. Al di là del forse scontato riferimento alla politica (sì, lo so che anche voi avete pensato ai discorsi nelle aule parlamentari, ammettetelo...), una riflessione del genere non ha potuto fare a meno di colpirmi come giornalista: quante volte un solo errore - voluto o meno - in un articolo rischia di compromettere la veridicità del tutto, o quante volte - e le bufale in questo senso non si contano, basti pensare a quella sul presunto annuncio di Hollande sull'eliminazione delle auto blu e il taglio degli stipendi ai parlamentari - basta un solo elemento verosimile per far credere che sia tutto vero?

1 commento:

  1. Non conoscevo Tornatore... mi ha colpito la sua semplicità, umiltà, quasi, quando - interrogato sui suoi prossimi progetti - ha esposto la sua tesi sui suoi film che finiscono nel cassetto, progetti incompiuti, che solo saltuariamente diventano film ....
    Comunque, bravo Enrico! Era la seconda volta che vedevo il film ancora non ci sarei arrivata alla soluzione dell'enigma. Troppo "buonista" ?

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