martedì 21 novembre 2017

L'italia al Brussels Beer Challenge: uno sguardo alle percentuali

Sono stati resi noti ieri i risultati del Brussels Beer Challenge, uno dei maggiori concorsi brassicoli a livello internazionale. Già sono uscite alcune analisi sulla performance esibita quest'anno dai birrifici italiani - su tutte segnalo quella di Andrea Turco su Cronache di Birra -, tuttavia qualche pensiero è venuto anche a me nello scorrere la lista dei birrifici e delle birre premiate.

Innanzitutto, gli stili che sono andati a medaglia: hanno infatti fatto bella mostra di sé le pils e altre lager (oro alla Ionda di Bradipongo, argento alla PonAle di Leder e certificato d'eccellenza alla Ginevra di Leder), il che conferma come anche uno stile non facile e tradizionalmente poco battuto dai birrifici italiani si stia guadagnado - percorso intrapreso del resto già da qualche anno - una reputazione sempre più solida. Inoltre, per quanto a fronte di una giuria internazionale il fatto che il concorso si sia fisicamente svolto in Belgio non sia davvero determinante, fa specie osservare che diverse birre premiate abbiano "sfidato i belgi in casa": dalle saison (argento alla Staion di BioNoc', bronzo all'Abiura di Brùton e alla Torlonga di Antoniano, certificato di eccellenza alla Million Reason di IBEER), alle blanche (Crevette di Mezzopasso) ai lambic (Impombera di Bionoc), alle birre d'abbazia (Nucis di Kamun). Da segnalare, sempre in quanto a stili, la presenza di una gose (Marsilia di Amiata) e di una Iga (Roè di Sagrin).

Da notare poi, oltre alla ottima performance di Mezzavia che si è aggiudicato il titolo di Italian Revelation, quella di BioNoc che ha ottenuto tre riconoscimenti; seguito da IBEER, Kamun, P3 Brewing e Leder con due.

Per quanto il numero e qualità delle medaglie sia in calo rispetto allo scorso anno, a questo va comunque accostato il buon numero dei certificati d'eccellenza (sette). Ma l'altro fattore che a mio parere va tenuto da conto è il fatto che il numero di medaglie ricevute andrebbe parametrato anche al numero di birre effettivamente presentate da ciascun Paese in un determinato anno: perché è chiaro che se la Libera Repubblica delle Bananas, con 3 birrifici attivi, presenta 3 birre e porta a casa tre medaglie, si può dire che la Libera Repubblica delle Bananas rappresenti un'eccellenza brassicola. Mi sono così chiesta come fossimo messi sotto questo profilo.

Il comunicato rilasciato dall'organizzazione del Brussels Beer Challenge afferma che dall'Italia hanno partecipato 151 birre: a ricevere riconoscimenti è quindi stato sostanzialmente un sesto dei partecipanti, per la precisione il 17,2%. Il Belgio, il Paese più rappresentato con 322 birre, si è guadagnato 62 medaglie: poco meno di un quinto, il 19,5%. Gli Stati Uniti, con 220 birre, hanno portato a casa 45 riconoscimenti: un punto più sopra, il 20,45%. Altro Paese che ha presentato più birre di noi - 161 - è - il Brasile, che però ha tante medaglie quante l'Italia, e si ferma dunque al 16,1%; più interessante invece la performance dei Paesi Bassi, con 143 birre e 28 riconoscimenti (19,6%). Meglio di noi seppur di poco fa anche la Germania, che pur a fronte di solo 21 medaglie aveva però presentato 117 birre (17,9%), ma molto peggio fa la Francia (101 birre per 10 medaglie, (9,9%). Anche questa analisi risulta insomma in linea: l'Italia è quinta per numero di medaglie, e lo è anche per percentuale di birre premiate. Ma soprattutto va notato che l'anno scorso c'erano sì 32 medaglie, ma - riferisce l'organizzazione - 209 birre partecipanti: il tasso era dunque del 15,3 per cento, due punti sotto quello di quest'anno. Siamo migliorati? Non necessariamente, dato che meno birre partecipanti (a fronte peraltro del numero di birrifici in crescita) può anche stare a significare un minore interesse a competere dovuto ad un calo nella generale qualità della produzione (e in questo senso torniamo a quanto affermato da Andrea Turco); il mio vuol essere soltanto un discorso sui numeri, e stando a quelli non ci siamo comunque difesi peggio. Soddisfazione da un lato quindi, perché un quinto posto su 37 Paesi partecipanti non è comunque male, ma anche coscienza di spazi di miglioramento.
Qui di seguito, per vostra informazione, la lista completa dei premi:

Italian Revelation / Medaglia d'Oro
Nautilus
Stout/ Porter : Russian Imperial Stout
Birrificio Mezzavia

Medaglia d'Oro
Ionda
Lager: German-Style Pilsner
Birrificio Bradipongo

Medaglia d'Argento
Kia Kaha
Pale&Amber Ale: Pacific IPA
IBEER

Medaglia d'Argento
PonAle
Lager  Hoppy Lager
Birrificio Artigianale Leder

Medaglia d'Argento
Road77
Pale&Amber Ale: Amber
Il Mastio

Medaglia d'Argento
Sa Carda
Flavoured beer: Honey Beer
Spantu

Medaglia d'Argento
Staion
Pale&Amber Ale: Modern Saison
Birrificio Bionoc'

Medaglia di Bronzo
Abiura
Pale&Amber Ale: Modern Saison
Brewed by Brùton

Medaglia di Bronzo
Birra Antoniana La Torlonga
Pale&Amber Ale: Traditional Saison
Birrificio Antoniano

Medaglia di Bronzo
Birrificio Montenetto - MANNA
Pale&Amber Ale: Light Bitter Blond/Golden Ale
La Fenice

Medaglia di Bronzo
Castana
Flavoured beer: Honey Beer
Birrificio Oltrepo

Medaglia di Bronzo
Ma2
Flavoured beer: Fruit Beer
Birra dell'Eremo

Medaglia di Bronzo
Marsilia
Wheat: Gose
Birra Amiata

Medaglia di Bronzo
Nocturna
Stout/ Porter: Oatmeal Stout
Kamun



Medaglia di Bronzo
Nucis
Dark Ale: Abbey / Trappist Style Dubbel
Kamun

Medaglia di Bronzo
Riff
Wheat: White IPA/Hoppy Weizen
Birrificio P3 Brewing

Medaglia di Bronzo
Roè
Speciality Beer: Speciality beer: Italian style Grape Ale
Birrificio Sagrin

Medaglia di Bronzo
Speed

Pale&Amber Ale: Bitter Blond/Golden Ale
Birrificio P3 Brewing

Medaglia di Bronzo
Sta Sciroccata
Dark Ale: Dark/Black IPA
Stimalti

Certificato d'eccellenza
Collesi Nera
Dark Ale : Strong Dark Ale
Fabbrica Della Birra Tenute Collesi

Certificato d'eccellenza
Crevette Blanche
Flavoured beer: Herb & Spice (Less Than 6 ABV)
Birrificio Mezzopasso

Certificato d'eccellenza
Ginevra
Lager: Bohemian-Style Pilsner
Birrificio Artigianale Leder

Certificato d'eccellenza
Glaciale
Pale&Amber Ale: Imperial IPA
Birra dell'Eremo

Certificato d'eccellenza
Impombera
Flavoured beer : Old style Fruit-Lambic
Birrificio Bionoc'

Certificato d'eccellenza
Million Reasons
Pale&Amber Ale: Modern Saison
IBEER

Certificato d'eccellenza
Nociva
Dark Ale : Brown Ale
Birrificio Bionoc'

mercoledì 15 novembre 2017

Cremona, che BonTà

Sono "reduce" da Il BonTà, l'evento annuale di Cremona Fiere dedicato al settore enogastronomico, che quest'anno ha per la prima volta riservato un comparto specifico alle birre artigianali - battezzato Special Beer Expo. Con piacere ho colto l'invito a condurre alcune degustazioni e conferenze, che mi hanno peraltro dato l'occasione di conoscere nuovi birrifici e nuove birre. Ne cito qui alcune, nell'impossibilità di parlare di tutte.

Inizio dalla Rest In Pils, nata in casa Brewfist dal malto dell'agricoltore Carlo Eugenio Fiorani e portata in Fiera da Chocolat Cremona - a cui va una nota di merito per l'ottimo allestimento della sua "zona pub". Una pils monomalto e monoluppolo sui generis grazie al luppolo sloveno Aurora (usato anche in dry hopping), che conferisce intense note erbacee, floreali e finanche balsamiche già all'olfatto, supportate da un corpo discretamente robusto in cui il cereale entra in forza con note di miele, e un finale di un amaro secco, erbaceo ed elegante. Proseguo con la Melita del birrificio Maspy, una lager ambrata al miele di tiglio, in cui è decisamente quest'ultimo a farla da padrone sia all'olfatto - insieme a note floreali - che nel corpo: per gli amanti del dolce, dato che la lieve luppolatura finale, pur presente, almeno per quella che è la mia percezione non è tale da eliminare la persistenza mielosa.

Ho ritrovato con piacere il birrificio Padus di cui ho provato la Stella Alpina, nata nel 2013 in occasione dell'adunata degli Alpini a Piacenza (la foto risale all'epoca) e ispirata appunto ai classici aromi alpini: trattasi infatti di una strong ale al ginepro, in cui la bacca spicca già al naso - unitamente a note sia maltate che erbacee, ugualmente intense ma nettamente distinte, che non si amalgamano -; e se al palato pare predominare la rosa di sapori caramellati, questi subito lasciano nuovamente spazio a toni amari, balsamici e nettamente secchi per il genere, a ricordare quasi certe grappe. Se l'intento era quello di ispirarsi ai sapori alpini, si può dire che è riuscito.

Da segnalare poi la Pirata Nero del birrificio Moncerà, una birra dal color mogano scuro anch'essa sui generis e alquanto originale, che al naso presenta note tra l'acidulo, il legnoso e il liquoroso che farebbero quasi pensare sia passata in botte: il birraio assicura di no, tutta una questione di malti, lieviti e spezie, che fanno quasi avvicinare questa birra ad un incrocio tra un barley wine ed una flemish red - ma che non mi spiegano l'acidulo. Anche volendo però fare i precisi affermando che la nota acida tecnicamente non dovrebbe esserci, in questo caso si tratta di una pecca felice, perché nel complesso, come si suol dire, "ci sta" - mentirei se dicessi che non si tratta di una birra armoniosa e gradevole a bersi: per cui beviamoci su senza troppi pensieri (se non quello del grado alcolico, visto che ne fa otto). Come non citare inoltre la Perfect Circle di Crack, una ipa che è un tripudio di aromi e sapori che vanno dal pompelmo, al lime, all'ananas, alla papaya per chiudere dopo un corpo sufficientemente robusto da supportare la luppolatura - "in un cerchio perfetto", come il nome stesso dice - su un persistente amaro fruttato e resinoso. Da ultimo la novità di casa Legnone, la Primo taglio, una light hoppy ale: buona schiuma, naso agrumato e floreale, corpo leggero ma non annacquato, finale agrumato in cui lo styrian golding in monoluppolo aggiunge però un balsamico resinoso finale.

Chiudo con un ringraziamento a tutto lo staff del BonTà e agli espositori che hanno gentilmente fornito le birre e gli abbinamenti per le degustazioni, nonché a tutti i partecipanti agli incontri, sempre molto interessati e pronti ad interagire.