Da tempo, per una pura questione di piacere personale, attendevo il millesimo "mi piace" sulla pagina Facebook dedicata al mio blog - sì, ero già pronta a fare lo screenshot e postarlo, giusto per dare una botta di vita al mio ego. E ieri, quando è successo, siccome ero impegnata me ne sono resa conto soltanto quando i "like" erano ormai 1001. Vabbè, come direbbero gli appssionati di hashtag, #epicfail (fallimento epocale): ma tant'è, si tratta - più che di un traguardo - di un passaggio simbolico, che serve più che altro a dare da pensare.
Già, perché quando sono partita meno di quattro anni fa, la birra artigianale manco sapevo cosa fosse: il mio blog era solo uno spazio dove scrivere tutte quelle cose che, per qualche motivo, non venivano pubblicate su nessuno dei giornali con cui collaboravo. Poi la proposta di Maltilde Masotti de La Brasserie di scrivere una recensione del suo locale, l'incontro con Severino Garlatti Costa e Gino Perissutti, e tutto il resto è storia - o meglio, birra: dai primi stentati post con le mie impressioni su ciò che assaggiavo, al documentarsi sui libri e su web, al cominciare a scrivere per pubblicazioni di settore, al confrontarsi con birrai ed altri esperti, ai corsi di degustazione, fino a tenerle io (le degustazioni, naturalmente). E posso dire di aver scoperto un mondo (anche dal punto di vista geografico, viste le migliaia di km che ho percorso in giro per l'Europa) in cui mi sono sentita a mio agio, di aver conosciuto tanta gente e di essermi fatta diversi amici; perché sì, tra birrai e tra birrofili possono spuntare anche i coltelli, però il più delle volte una buona pinta risolve tutto come nel terzo tempo del rugby.
Di solito in questi casi sono doverosi i ringraziamenti: in primo luogo a mio marito Enrico (nella foto: non badate alla Villacher, era ancora giovane e inesperto) che, una delle prime volte che siamo usciti insieme, al mio rifiuto dell'invito ad andare in birreria perché "la birra non mi piace" ha risposto "non è possibile, almeno una che ti piace deve esserci, vieni con me che te la trovo". Ha clamorosamente fallito con una kriek di bassa lega, ma la seconda volta - con una St Bernardus abt 12 - si era già assicurato amore eterno (a lui e alla birra). Poi a Matilde, che per prima mi ha spinta sulla via del blog, e a tutti i birrai che ho conosciuto e ai loro collaboratori - a Severino e Gino spetta il posto d'onore per essere stati i primi, ma tutti gli altri non sono da meno. Poi a quelli che sono stati i miei maestri anche sotto il profilo "accademico": Paolo Erne, il prof. Buiatti e i suoi collaboratori, Andrea Camaschella, e Kuaska (che oltre a qualche lavata di capo in quel di Santa Lucia di Piave mi ha pure insegnato qualcosa). A tutti coloro che hanno avuto fiducia in me, chiedendomi di collaborare alle loro manifestazioni o per i loro locali, aprendo le loro porte alle mie iniziative o invitandomi alle loro, o sostenendomi nelle mie pubblicazioni: Guido Antoniazzi, Stefano Gasparini, Giuseppe Burello e Raffaella Bianchi, la famiglia Sancolodi, Confartigianato Udine e l'Associazione Birrai Artigiani Fvg, la Fiera di Pordenone, The Good Beer Society, Maurizio Maestrelli, Filiberto Zovico, Vincenzo Alessandro Dal Pont e il Palagurmé, Elio Parola, Mirko Raguso, Massimo Prandi, Andrea Turco, Marco Tripisciano, Kjell Andersson, Christian Gusso, Lorenzo Serroni, Gabriele e Renata, Simona Maldarelli, Daniele Piagno, Luca Lombardo, l'Associazione Homebrewers Fvg, Tulliio Zangrando...e sicuramente mi sono dimenticata qualcuno, tra abbiocco post-pranzo ed età che avanza. E, più in generale, un grazie alle attualmente 1018 persone che mi seguono sulla mia pagina, più a tutte quelle che mi seguono su altri canali: voglio considerare quei "mi piace" un segno di fiducia, che intendo meritare.
Pensare che all'inizio era già tanto se ottenevo un centinaio di visualizzazioni per un post, mentre ora i parametri sono più che decuplicati, spinge chiaramente ad interrogarsi sul futuro. Per ora intendo proseguire in primo luogo a formarmi: c'è un corso di grande spessore che mi aspetta, di cui racconterò a tempo debito. Ma più di tutto intendo lavorare sempre più a fianco a fianco con i birrai: perché la più grande soddisfazione che posso avere è che la loro arte sia utile a me, e la mia sia utile a loro. Grazie di nuovo a tutti e...cheers!
Beh, intanto... COMPLIMENTI!!
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