mercoledì 27 febbraio 2013

La vera domanda sul rimborso Imu, parte seconda - alias, la risposta

Rieccoci qui, dopo le varie vicissitudini elettorali, per dare un seguito alla domanda sollevata nel mio ultimo post (chi se lo fosse perso può leggerlo qui): ossia, che succederebbe se davvero Berlusconi venisse condannato per voto di scambio e truffa elettorale in virtù dell'ormai celebre lettera sul rimborso Imu.

L'avvocato Moscatello è stato di parola, ed è andato a scartabellare i codici per vedere quali pene prevede la legge in questi casi. Secondo l'art. 113 del Testo Unico delle leggi elettorali, «le condanne per reati elettorali, ove venga dal Giudice applicata la pena della reclusione, producono sempre la sospensione dal diritto elettorale e l'interdizione dai pubblici uffici. Se la condanna colpisce il candidato, la privazione dal diritto elettorale e di eleggibilità è pronunziata per un tempo non minore di cinque anni e non superiore a dieci». Tradotto: se il politico in questione va dietro le sbarre, per un periodo compreso tra i cinque e i dieci anni non può né votare né candidarsi. Qui, però, stiamo parlando di qualcuno che già siede in Parlamento, non che deve ancora essere eletto; in tal caso, spiega Moscatello, le Camere deliberano la decadenza del condannato dalla carica, come prevede l'articolo 66 della Costituzione.

Ricapitoliamo, dunque: ammesso e non concesso che l'esposto presentato da Rivoluzione Civile faccia il suo corso, il responsabile materiale della proposta di scambio - ossia Berlusconi - decadrebbe dalla carica parlamentare, e non potrebbe poi ricandidarsi per almeno cinque anni. Significativo, comunque, il commento finale dell'avvocato: «A naso, ed indipendentemente da qualsiasi valutazione nel merito, mi viene da dire che i tempi lunghi della giustizia consentiranno a Berlusconi, o a chiunque altro dovesse trovarsi in una posizione simile, di rimanere tranquillamente in Parlamento per l'intera legislatura». Insomma, abbiamo le leggi per tutelarci da possibili raggiri elettorali, ma la lentezza del sistema giudiziario finisce per renderle inefficaci: motivo in più, al di là del caso specifico, per usare la testa quando si entra in cabina elettorale.

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