Al di là di quanto spesso venga fatto notare lo scarso dinamismo della scuola italiana, nonché la pressoché assoluta assenza di collegamenti con il mondo del lavoro e delle imprese, a voler ben vedere gli esempi di collaborazione non mancano: uno degli ultimi di cui mi è capitato di avere conoscenza è stato il concorso "Industriare arte giovani" - promosso da Confindustria Udine, Friuladria Crédit Agricole, l’associazione
Le Arti Tessili e Juliet Art Magazine - in cui sono state coinvolte tutte le scuole della regione. Ad ispirare gli ottantadue studenti che hanno partecipato è stata la visita alla mostra di arte tessile contemporanea Mixing
Cultures; a quel punto, è toccato a loro liberare il genio creativo e realizzare la propria opera. In palio c'erano uno stage in un'azienda tessile e la pubblicazione delle foto delle migliori opere sulla rivista d'arte promotrice: un vero e proprio talent scouting, come si usa chiamarlo, in cerca di menti giovani e brillanti che portino idee innovative in questo settore dell'industria.
E fin qui, il concorso non ha probabilmente nulla di diverso da altri che vengono promossi seguendo gli stessi principi. A colpirmi, tuttavia, è stato il nome dei vincitori - anzi, delle vincitrici, premiate ieri: al primo posto si è classificata Aisha Gomaa (con l'opera Protect me - Project me, nella foto), e al secondo Mengqi Wu (con addirittura due opere ex aequo). Non conosco la loro provenienza né la loro storia, ma i nomi fanno capire che sono figlie di genitori immigrati (data la giovane età, è del tutto verosimile che le ragazze siano nate qui). Mi ha colpito non soltanto perché mi sembra un esempio virtuoso e significativo della realtà multiculturale dell'Italia e del contributo positivo che i giovani di origine straniera possono portare - anche sotto il profilo economico, dato che si tratta pur sempre di un concorso finalizzato a trovare nuove idee per l'industria; ma anche perché sembra fare perfettamente il paio con i dati diffusi oggi da Unioncamere, secondo cui nel 2012 le imprese guidate da immigrati sono cresciute di 24.329 unità (+ 5,8%), sfiorando quota 480 mila (il 7,8% delle imprese totali): «un contributo che si è rivelato determinante per
mantenere in campo positivo il bilancio anagrafico di tutto il sistema imprenditoriale italiano - sottolinea Unioncamere nel comunicato stampa - cresciuto, lo scorso anno, di sole 18.911
unità».
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