sabato 23 febbraio 2013

La vera domanda sul rimborso Imu

Ebbene sì, è arrivata: ieri mia suocera è salita sventolando una busta che recitava a grandi lettere "Avviso importante: rimborso Imu 2012", e gridando: «È una truffa, vero?». Non l'aveva nemmeno aperta, ed ha lasciato a me l'onore: ammetto, peraltro, che la curiosità di leggerla dopo averne tanto sentito parlare era forte.

In effetti mia suocera, pur digiuna di studi giuridici e prima ancora di conoscere il contenuto della missiva, ci aveva indovinato: quello di truffa - definita dall'art. 640 del codice penale come «il fatto di chi, con artifici e raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un profitto ingiusto con altrui danno» - è uno dei reati ipotizzati a carico di Silvio Berlusconi nell'esposto presentato alla magistratura da Rivoluzione Civile (il cui leader, Antonio Ingroia, si presume sappia il fatto suo nel campo del diritto). A onor del vero, bisogna ammettere che l'oggetto della lettera è piuttosto fuorviante: «Modalità e tempi per accedere nel 2013 al rimborso dell'Imu pagata nel 2012 sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli». Comprensibile che coloro che non si sono premurati di leggere il resto si siano precipitati in posta, dato che queste parole potrebbero lasciar intendere che il provvedimento sia stato già approvato.

Più interessante è però l'altra accusa, quella di voto di scambio. Secondo l'articolo 96 del testo unico delle leggi elettorali, «Chiunque, per ottenere a proprio od altrui vantaggio la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, o il voto elettorale o l'astensione, offre, promette o somministra denaro, valori, o qualsiasi altra utilità [...] è punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000». E fin qui la cosa fila abbastanza liscia: promettere soldi in cambio del voto non è lecito. Le cose però si complicano nel secondo comma, che specifica che «la stessa pena si applica all'elettore che, per apporre la firma ad una dichiarazione di presentazione di candidatura, o per dare o negare il voto elettorale o per astenersi dal firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura o dal votare, ha accettato offerte o promesse o ha ricevuto denaro o altra utilità»: ossia chi acconsente a questo scambio passa la stessa sorte - quindi, in linea teorica, tutti coloro che votano Pdl.

Posto che questa rimane un'ipotesi di scuola - dato che sarebbe evidentemente impossibile andare a dimostrare chi in cabina elettorale ha posto la croce su quel simbolo, e tra questi chi l'ha fatto solo per avere il rimborso Imu - la domanda vera rimane un'altra: se l'esposto dovesse fare il suo corso e Silvio Berlusconi venisse riconosciuto colpevole di truffa elettorale e voto di scambio, che ce ne facciamo dei parlamentari eletti tramite una consultazione riconosciuta come viziata? Hanno ancora il diritto di stare negli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama?
Non essendo giurista, ho pensato di chiederlo a chi ne sa di più: e così ho interpellato un avvocato penalista, Orazio Moscatello. «Molto probabilmente, se venisse accertato un reato di questo genere, una delle pene accessorie applicate sarebbe l'interdizione dai pubblici uffici - ha affermato l'avvocato -, e quindi la decadenza dalla carica di chi è stato eletto grazie al voto di scambio». Quindi tutti i deputati e senatori Pdl? No: la responsabilità penale è personale e quindi ricadrebbe solo sul firmatario della lettera, Silvio Berlusconi; gli altri non ne verrebbero toccati, per quanto possano aver di fatto beneficiato della promessa del rimborso Imu. Ad ogni modo l'avvocato Moscatello, data la peculiarità del caso di specie, si è riservato di studiarlo ulteriormente, e di farmi sapere qualcosa lunedì: se siete curiosi, rimanete sintonizzati...

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