mercoledì 13 aprile 2016

Santa Lucia, parte terza: i vecchi amici


Buona parte dei birrifici presenti a Santa Lucia erano a me già conosciuti; ed oltre ad essere stato un piacere ritrovarli, è stato un piacere provare le novità che alcuni di loro hanno portato. Il Croce di Malto esibiva ad esempio la Cabossa, una chocolate stout con fave di cacao spillata a pompa. Al naso spiccano i profumi delle fave tostate, che accompagnano anche il resto della bevuta in cui si ritrovano anche i toni del caffè; la tostatura rimane comunque la nota dominante, con una persistenza discretamente lunga nonostante il corpo non particolarmente robusto. Una birra che nel complesso ho apprezzato, e che conferma le opinioni positive che già ho espresso più di una volta sul Croce di Malto. 

Opinioni positive che del resto ho sempre avuto anche sul Birrificio di Cagliari, per quanto nel tempo l'abbia variata - se inizialmente avevo apprezzato in particolare la Figu Morisca al fico d'India, ora la trovo invece troppo dolce per i miei gusti. Bella sorpresa è invece stata la Mutta Affumiada, una lager ispirata alle rauch tedesche, ma con quel tocco di legame col territorio dato dalla presenza delle bacche di mirto. C'è da dire che personalmente amo le rauch, per cui, presentandomi una birra ispirata a queste, Marco è cascato bene già in partenza; ma al di là di questo ho apprezzato la leggera nota balsamica data dal mirto sul finale, che pur non andando ad imporsi sull'affumicato nel corpo, fa sì che la gola alla fine non risulti "riarsa" - ma al contrario discretamente "pulita" - come a volte accade con certe rauch particolarmente spinte.

Ottima impressione anche per quanto riguarda la Berla Nera della Brasseria Alpina, una oatmeal stout, questa volta aromatizzata alla liquirizia di montagna (in realtà si tratta della radice di una felce, il polypodium vulgare detto infatti "falsa liquirizia"). Già l'avena conferisce uuna notevole morbidezza; e questa ben si coniuga con la delicatezza della liquirizia di montagna, ben meno forte della liquirizia propriamente detta, che non va quindi a sovrapporsi ma ad armonizzarsi con il tostato del corpo dando - anche in questo caso - un tocco balsamico.

Piacevole riscoperta è stata poi la Summer del Jeb, che non bevevo da tempo: non ricordavo una tale rosa di profumi floreali, intensi ma allo stesso tempo delicati ed armonici, che lasciano poi spazio ad un corpo leggero e fresco che chiude sui toni amarognoli dell'agrume. Nota di merito anche alla birraia Chiara Baù che, come vedete nella foto, oltre a spillare birra ed accogliere gli avventori non si tira indietro nemmeno quando c'è da essere all'altezza della situazione - letteralmente - per allestire lo stand.

Ultima novità l'ho provata da L'Inconsueto, che ha portato quest'anno la sua Belgian Strong Ale: risaltano subito in forze i toni di miele e caramello, che fanno il paio con il corpo maltato ben pieno - maris otter, mi è stato riferito - ed una chiusura in cui continua a dominare la componente dolce e anche una lieve nota alcolica - lo zucchero scuro caramellato fa evidentemente il suo mestiere. Per gli amanti delle birre belghe "toste", patiti del luppolo astenersi.

Naturalmente non posso non nominare gli altri, da cui ho ribevuto coon piacere le birre che già avevo apprezzato: la white ipa Sirena del Della Granda e la Kalaveras di Terre d'Acquaviva, la Mummia di Montegioco - che ho per la prima volta provato alla spina, trovandola più morbida rispetto a quella in bottiglia -, la Deep Underground di Opperbacco: per concludere il quadro di un weekend in cui la qualità media delle birre che ho provato è stata più che soddisfacente.

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