lunedì 4 novembre 2013

Al Good di Udine, parte prima: ma che sarà mai un agribirrificio

Rieccomi qui, dopo la trasferta nepalese. Giusto per togliervi la curiosità, se volete bere birra locale in quel di Kathmandu, il mio personale consiglio - con tutto il rispetto per i nepalesi - è di lasciar perdere: la scelta va dalla Everest alla Gorkha, due pils molto simili tra loro, che pur non essendo da buttar via non offrono nulla di più di ciò che si potrebbe trovare in un qualsiasi supermercato. Ottime per dissetarsi magari, ma non per chi cerca un sapore particolare.

Al rientro in Italia mi sono così diretta con migliori speranze al Good di Udine, salone delle specialità enogastronomiche friulane e non solo. Ovviamente non mi sono certo dilettata solo con la birra: è stata l'occasione per scoprire che di prosciutto San Daniele esistono quasi una decina di tipologie, grazie alla guida del buon Max Plett del prosciuttificio Dok dall'Ava; o di provare i veri confetti di Sulmona dell'azienda Giallo Zafferano - spettacolari quelli alla mandorla, caramello e rum; e la lista potrebbe continuare a lungo.

In quanto a birrifici, oltre a ritrovare più o meno tutti i vecchi amici - tra cui Valscura, di cui ho provato la Nadal: notevoli le note di frutta esotica sia all'olfatto che al palato, ma forse un po' impegnativa da bere perché gli otto gradi si sentono tutti - ho fatto anche alcune nuove conoscenze. Ad attirare la mia attenzione, per pura curiosità, è stato per primo l'agribirrificio Villa Chazil di Lestizza: ohibò, mi sono detta, che sarà mai un agribirrificio?

Sono così andata a farmelo spiegare dal bravo ragazzo al banco, che ancor prima di rispondere alla mia domanda mi ha messo in mano un bicchiere. In sostanza, come intuibile dal nome stesso, si tratta di un'azienda che - come per gli agriturismi - coltiva in proprio le materie prime: in questo caso, il malto e il luppolo. E qui è sorto il dubbio: ok per l'orzo, ma in quanto al luppolo avevo sempre saputo che farlo crescere in queste zone è una battaglia persa: come la mettiamo? "Con i luppoli tedeschi sì - ha specificato il ragazzotto - ma con quelli americani si può fare". A onor del vero, in effetti, il luppolo a km zero ancora non c'è: il birrificio è attivo da due mesi, per cui bisognerà attendere l'anno prossimo - quando le piante saranno cresciute - per vedere se davvero l'esperimento funziona; per ora c'è il malto - che mi è anche stato fatto assaggiare, prima volta che mi capitava -, e le previsioni sono quelle di produrre circa 1500 ettolitri l'anno di birra a filiera corta.

Per ora Villa Chazil produce un solo tipo di birra, quella - appunto - che mi era stata messa in mano: una lager con malto Pils - quello sì già prodotto in azienda - e luppolo Cascade. Se devo essere sincera, per quanto l'abbia trovata piacevolmente dissetante, non mi ha particolarmente colpita; certo si sente comunque il tocco dell'artigianalità, in quanto non ha nulla a che vedere con quelle da supermercato di cui sopra. Per cui, che dire? Aspetto di assaggiare quella con luppolo locale il prossimo anno, che promette di essere, al di là dei gusti personali, senz'altro unica in quanto a materie prime.

4 commenti:

  1. Allora, bentornata, intanto!
    E poi, evviva la nostra buona birra!

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  2. Ahi ahi ahi Chiara, se non fossi troppo presa dalla birra e avessi girato anche il resto della fiera forse i saresti accorta che c'era anche il Club del Sigaro Toscano al GOOD e che aveva una sala tutta sua ben arredata e al caldo ove degustare sigari e vini, distillati...e una birra tanto particolare quanto da me definita "birra non birra"...e - se non l'avessi già fatto - avresti potuto provare veramente qualcosa di diverso. Ehhhh...pazienza
    Ma ti regalo quanto scritto in merito...così puoi far finta di esserci stata :-p
    http://fummelier.blogspot.it/2013/11/sigaro-toscano-e-birra-non-birra-xyauyu.html

    un saluto dal Fummelier

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  3. Io veramente la fiera l'ho girata tutta, almeno i padiglioni aperti.....dove eravate???? Mi spiace, accidenti...grazie comunque del regalo!!!

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  4. La sala di degustazione e fumoir era ovviamente in un padiglione chiuso (il numero 4)...raggiungibile tramite corridoio dal padiglione 5, dove c'era la sigaraia di Lucca che mostrava l'arte della creazione del Toscano e il banco informazioni per partecipare alle degustazioni. E lo avevo anche cinguettato...quindi per ogni evenienza, e per chi volesse dargli un'occhiata, ecco dove...
    https://twitter.com/ilFummelier

    PS: parlando con le persone mi sono accorto dell'amore/odio che circola intorno alla figura di Teo Musso e della sua Baladin...anche Matilde e Norberto ad esempio non lo considerano molto. E' anche vero che oggi ormai, nel mondo delle birre c'è solo l'imbarazzo della scelta ( e per me - parere personale - ce ne sono anche troppe), ma di "birra da divano" ne esiste una sola.

    un nuovo saluto dal Fummelier

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