mercoledì 18 aprile 2018

Santa Lucia, capitolo secondo

Anche il secondo weekend della Fiera della Birra artigianale di Santa Lucia di Piave, dedicato ai birrifici triveneti, mi ha portato nuove conoscenze sia in termini di birrifici che in termini di birre. Il primo è stato Manto Bianco di Quarto d'Altino, nato pochi mesi fa da un gruppo di amici usciti dall'Accademia Dieffe. Ampia la gamma degli stili coperti, nonostante la giovane età; tra questi i birrai mi hanno consigliato la blanche Biancospino e la american ipa Filigrana. La prima, caratterizzata da pepe di Sichuan, bergamotto e arancia dolce, esibisce un potente aroma che ricorda appunto il biancospino; e che si ripropone in forze anche al palato, imponendosi su quelli che sono i toni di cereale classici delle blanche. Personalmente ho trovato questa caraterizzazione finanche eccessiva, almeno per il mio palato; c'è da dire che, se l'intenzione era appunto quella di ricreare l'aroma del biancospino pur non utilizzando i fiori, la cosa è perfettamente riuscita. Dai profili aromatici robusti anche la Filigrana, tra agrumi, frutta gialla e fiori d'arancio; a preludere ad un corpo che, pur nella robustezza del malto caramellato, è un'esplosione di frutta. A chiudere, un amaro citrico e netto ma sobrio. Anche questa dunque una birra vivace, ma che ho trovato ben equilibrata nel complesso.

Altra nuova giovane realtà - un anno di attività - è  La Villana, birrificio con annesso ristorante e pizzeria di Grantorto (Padova). Una decina anche qui gli stili coperti, secondo la filosofia espressa dal birraio Marco di sperimentare, ma senza stravolgere gli stili: per questo ho ritenuto indicativo provare la Kolsch, seconda birra creata in ordine di tempo, sia perché è uno stile relativamente poco diffuso tra i microbirrifici, sia perché richiede grande precisione e pulizia - specie se si vuole sperimentare. Schiuma notevole, alta, candida e ben pannosa, aromi floreali molto delicati - perle e saphir -, corpo esile e scorrevole e taglio amaro finale netto e pulito. Oserei definirla più in stile di altre Kolsch che ho bevuto in Italia, ben pulita e fresca come da canoni.

Tra le nuove birre dei vecchi amici c'è la Floky di Sognandobirra, birra di frumento con luppoli neozelandesi e centrifuga di pere del pero Missio - presidio Slow Food della Lessinia. Il fruttato dei luppoli neozelandesi si amalgama bene ai toni di pera all'aroma, prima di un corpo robusto che rende giustizia al cereale pur rimanendo scorrevole, e un finale in cui ritorna la pera. Ben costruita nella misura in cui rimane una birra e non un succo di frutta, risultando fresca e gradevole da bere.

Novità anche in casa Plotegher, la birra d'abbazia Nevik e la lager con luppolo Cascade coltivato a Folgaria, la Asgard. La prima è una birra in stile, eccezion fatta per il corpo inusualmente leggero e scorrevole nonostante gli otto gradi alcolici - ammetto a questo proposito che personalmente avrei preferito un corpo più robusto, per quanto la cosa fosse voluta, così da non dare la sensazione di squilibrio rispetto a ciò che ci si aspetterebbe dall'aroma. Un'esplosione di aromi floreali invece la Asgard, ben sorretti da un corpo ricco di cereale, tanto da richiamare quasi sentori di frumento in seconda battuta.

Accelerando un po' la panoramica, cito la Elan di Forgotten Beer - una "hop kolsch" con luppolo Comet, che reinterpreta totalmente lo stile -, la Blanche di Villa Chazil - questa sì perfettamente in stile - e la pale ale Furba di Mr Sez in versione wet hop, dai profumi freschi ed erbacei del luppolo particolarmente marcati.

Stiamo ora in attesa dell'ultimo weekend con i birrifici esteri...

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