giovedì 28 maggio 2015

La Brasserie in trasferta: Sally Brown e Salty Angel

Per terminare il mio panorama sulle birre artigianali presenti a Zugliano, non posso non menzionare lo stand della Brasserie; che peraltro da qualche tempo a questa parte si sta facendo onore nelle varie manifestaizoni come distributore di marchi di tutto rispetto, da Toccalmatto al Birrificio del Ducato. E appunto da queste due scuderie sono usciti due dei "cavalli di battaglia" che Matilde e Norberto hanno messo alla spina per l'occasione, la Sally Brown del Ducato e la Salty Angel di Toccalmatto.

A leggere la descrizione della Sally Brown c'è da che rimanere a bocca aperta: una oatmeal stout con ben undici tipi di malto - vi suggerisco peraltro di leggere come è nata sulla relativa pagina del birrificio - che promette di conseguenza aromi e sapori tra il tostato, il caffè e il cacao davvero decisi. In realtà, almeno per quella che è stata la mia impressione, risulta assai più delicata di quanto ci si aspetterebbe: gli undici tipi di malto di cui sopra si armonizzano infatti in una maniera che non dà sentori particolarmente intensi né al naso né al palato, amalgamando il tostato e il caffè - non ho sentito un granché il cacao, lo ammetto - fino a risultare in un finale amaro e quasi affumicato. Anche il corpo l'ho trovato più leggero e vellutato rispetto alla media delle stout, quasi più simile a quello di una porter, tanto che risulta discretamente beverina per il genere. Insomma, pare essere fatta per stupire più la descrizione che la birra in sé, che rimane una buona stout ma senza forzare in alcun modo la mano.

La Salty Angel a dire il vero è stata una sorpresa, perché Enrico mi ha messo in mano un bicchiere sfidandomi ad indovinare quale birra fosse tra le tante disponibili sotto il tendone di Zugliano. Beh, devo ammettere che ho avuto gioco facile, perché avevo nel bicchiere l'unica gose: e una signora gose, devo dire, con un equilibrio encomiabile tra l'acidità tipica del genere e il sale ed una delicatezza che la rende quasi vellutata - che sembrerebbe quasi una contraddizione per una gose. Ho scoperto poi leggendo la scheda che viene usato sale Maldon - un sale originario dell'omonima cittadina inglese che, secondo diverse schede che ho trovato in giro per il web, è considerato un sale da gourmet perché stimola in maniera particolare le papille gustative grazie alla particolare forma delle scaglie....mah - e che viene aggiunto anche del ribes: ecco così spiegato il tocco dolce fruttato che avevo sentito nel finale, insieme ad una leggera nota agrumata.

Ammetto, personalmente, di aver apprezzato di più la Salty Angel - senza nulla togliere al fatto che la Sally Brown rimanga una buona birra -; che suggerisco in particolare a chi non si fosse mai accostato al genere, perché più delicata di altre gose.

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