domenica 28 febbraio 2016

Sulle colline di...Ippils

No, non è un errore di battitura (d'altronde, per i non friulani come me, scrivere correttamente "Ipplis" potrebbe non essere così scontato); ma il nome della nuova creazione del Grana 40, che dopo la Mar Giallo e la Mar Nero - rispettivamente una blonde ale con monoluppolo sorachi e una black ipa - si è dato alle basse fermentazioni, e pure a una di quelle - almeno così raccontano i birrai - più difficili da fare bene: la pils. Il nome, dopo un sondaggio si Facebook, è stato a furor di popolo "Ippils", ispirandosi al nome del paese di provenienza dei birrai (secondo classificato "Bassa marea", per coerenza con le altre birre); ed ho avuto il piacere di provarla in anteprima insieme a Emanuele e Christian.

Conoscendo i personaggi, c'era da aspettarsi che non facessero le cose "normali": e infatti non aspettatevi una pils classica, per quanto lo stile rimanga riconoscibile. Messi da parte i luppoli tedeschi, i nostri hanno preferito gli sloveni styrian golding e celeia, che mantengono comunque gli aromi delicati e floreali - personalmente ho percepito anche un'ombra di agrumato, insieme alle note di cereale e miele date dal malto - che si addicono allo stile pur distinguendosi dalla norma. Il corpo è ben pieno e ricorda le fragranze del pane, avvicinandosi più alle pils ceche che a quelle tedesche, complice anche la buona presenza del lievito - è decisamente meno attenuata della pils da manuale. Il finale è di un amaro secco, netto e ben persistente, andando a contrastare in forze il corpo giocato sui toni del dolce: a conferma del fatto che a Emanuele e Christian il luppolo fondamentalmente piace, per cui c'è, si deve sentire, ed è il primo oggetto di sperimentazione nella loro filosofia di lavoro.

A conferma di questo c'è il fatto che anche la prima nata Mar Giallo, orgogliosamente monoluppolo sorachi, è stata oggetto di una revisione appunto per quanto riguarda i luppoli: nell'ultima versione è stato aggiunto il dry hopping con il citra, che va a smorzare l'amaro "spigoloso" del sorachi affiancandovi un agrumato più gentile. Personalmente ho apprezzato di più questa seconda versione, che ha peraltro un amaro meno persistente; nel complesso la trovo più equilibrata, come del resto era l'intenzione dei birrai.

Ultima nota va al locale che ci ha ospitati, il Giona's, e non solo per l'abilità di chi ha spillato una birra con una tale schiuma (vedi foto): apprezzatissimo il loro piatto a rotazione stagionale, il "Percorso contadino", che nelle versione di questo periodo propone radicchio rosso in saor, tortino di rape al gorgonzola, polpettone di cavolo e mais, spiedini di broccoletti di bruxelles pastellati e carciofi su ul letto di polenta morbida. Un degno accompagnamento ad una birra - la Ippils - che trovo essere la più pulita ed equilibrata tra quelle del Grana 40 (e di conseguenza versatile negli abbinamenti), e segno di un passo avanti nel percorso professionale dei birrai.

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