Invece devo ammettere che ho dovuto ricredermi. Il profumo di basilico che sale dalla Genova è fresco e delicato, e ben armonizzato con l'erbaceo del luppolo; e anche nel corpo leggero non è affatto invasivo, lasciando il giusto spazio al cereale, per poi ritornare con una persistenza fresca e dissetante. Insomma, così come avevo dovuto ammettere che il simpatico proprietario del chiosco delle limonate sul lungotevere - sosta obbligata sulla via del ritorno a casa nelle calde estati romane quando vivevo lì - aveva visto giusto nell'aggiungere il basilico alla sua ricetta, così devo dirlo dei ragazzi de La Superba.
Coerentemente con la volontà comune a numerosi birrifici artigianali di testimoniare il legame con il proprio territorio, La Superba utilizza prodotti locali in buona parte delle sue birre. La Regina, ad esempio, è una lager con miele millefiori della Valle Scrivia: miele che all'olfatto sovrasta nettamente tutti gli altri aromi e che personalmente ho trovato un po' eccessivo,ma che in bocca lascia inaspettatamente spazio ad una breve nota di amaro ben netto per poi ritornare in piena forza con una persistenza che mescola i due sapori. Interessante poi la Castagna, che non usa le castagne arrostite ma la farina, lasciando in bocca un sentore che mi sono trovata a definire "pastoso" e robusto, e indubbiamente molto più "grezzo" rispetto a quello delle birre che utilizzano castagne cotte.Nota godereccia, le spine de La Superba sono arrivate a Santa Lucia in accoppiata con una nutrita - perdonate l'ironia - offerta di focacce liguri, a cui è difficile resistere: come tipicità mi è stata consigliata quella non lievitata con ripieno di stracchino, e non mi sono pentita di aver accettato il suggerimento.
Devo ammettere che di curiosità su La Superba me ne sono rimaste: ad esempio la Serena, una Lager ai petali di rosa; la Puro Sangue, una lager doppio malto; o La Superba, una nera ad alta fermentazione con cinque tipi di malto. Che dire, prima o poi spero di togliermela....

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