venerdì 7 dicembre 2018

Proposta di emendamento sulla riduzione delle accise: alcune considerazioni

E' rimbalzata con grande impeto l'approvazione dell'emendamento alla legge di bilancio avanzato dall'on. Chiara Gagnarli, che prevede una riduzione del 40% sulle accise per tutti i birrifici al di sotto dei 10.000 hl annui di produzione. Manca ancora l'approvazione del Senato, ma si attende con trepidazione quello che è un traguardo agognato da tempo: per quanto la proposta originale fosse più articolata - prevedeva infatti diversi scaglioni di riduzione, di cui alla fine ne è stato accolto soltanto uno - si tratta comunque di un passo avanti di grande portata per il settore.

In primo luogo, si può dire che "temperi" in qualche modo il limite palesemente "in crescita" posto dalla legge sulla birra artigianale del 2016 - 200.000 hl, da molti considerato eccessivo - accostando, all'attenzione per l'artigianalità, quello per la tutela dei produttori "effettivamente piccoli". In secondo luogo, è di vasto impatto perché riguarda la stragrande maggioranza dei birrifici artigianali operanti: stando all'ultima edizione della guida Slow Food, quelli al di sopra dei 10.000 hl si contano letteralmente sulle dita di una mano - sono infatti 5: Amarcord, Baladin, Salento, Tenute Collesi e Flea. Una platea quindi estremamente vasta, coinvolgendo oltre 700 birrifici veri e propri, più tutti i brewpub e beerfirm.

C'è però chi si è chiesto se questo limite possa agire in qualche misura da freno alla crescita, ponendosi come "deterrente" per fare il grande salto produttivo per tutti quei birrifici poco al di sotto di questa soglia - o che comunque pianificano un incremento produttivo tale da porla come realisticamente raggiungibile. Anche qui: buona parte dei birrifici artigianali italiani è comunque lontana da questi quantitativi, per cui non è un problema che si porrà nel breve termine; ma se continuerà la (pur lenta) crescita dell'incidenza della quota di mercato delle birre artigianali sui consumi totali di birra (in crescita ancor più lenta), unitamente alla presumibile chiusura di diversi microbirrifici nati sull'onda del boom ma senza un solido progetto imprenditoriale alle spalle, la questione prima o poi si porrà. Già alcuni sono sulla buona strada: Lambrate con 8200 hl, Birrificio Italiano con 7500, Elav e San Gabriel con 6000 (e fermiamoci qui, giusto per non arrivare a pronosticare un raddoppio della produzione). Davvero l'accisa aumentata può fungere da deterrente?

Verosimilmente, come spesso nella vita, la risposta è "dipende": ogni piano industriale che si rispetti mette in conto, insieme agli investimenti per la crescita, anche i costi strutturali che ci saranno poi per "foraggiare" una produzione più ampia - che si auspicano però più che compensati dalle economie di scala. Stando allo studio realizzato da Mobi nel 2016 (fonte che al momento trovo ancora la più completa, per quanto datata, e del quale avevo già scritto qui), a seconda delle dimensioni del birrificio, le accise arrivano a pesare da un decimo a un settimo dei costi totali di produzione - su cui si avrebbe ora un risparmio che ammonterebbe a circa il 45%, considerando l'ulteriore riduzione dell'accisa generale; arrivando dunque ad incidere per una percentuale media che possiamo stimare sul 4-5% dei costi. Numeri significativi, certo, ma che non appaiono tali da essere ingestibili all'interno di un piano di crescita ben concepito. Certo una disciplina a più scaglioni, come richiesto anche da Unionbirrai, avrebbe consentito di assorbire meglio questi costi grazie ad un aumento graduale: e questo è sicuramente uno degli aspetti problematici della mancata applicazione. Rimane comunque importante che i birrifici più piccoli possano, grazie a questa riduzione dell'accisa, avere una maggior marginalità da destinare agli investimenti legati all'avvio dell'attività e alla crescita.

Se davvero questo emendamento si manterrà tale all'interno del gran balletto della manovra a cui stiamo assistendo in questi giorni, si tratterà di una pietra miliare per il settore della birra artigianale in Italia: non resta che stare a vedere...

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