E' di un paio di giorni fa la notizia del deposito di una proposta di legge regionale in Fvg, a firma dei consiglieri Marsilio, Gerolin ed Edera, per la creazione di un marchio unico della birra artigianale Fvg e il sostegno finanziario per l'acquisto di attrezzatura. Una proposta a cui si lavorava da tempo e che fa il paio con altre iniziative analoghe, come quella in Veneto - di cui avevo scritto qui - e che ha fatto trarre un "finalmente" di soddisfazione a produttori ed appassionati.
Secondo quanto scrive Il Piccolo, "La bozza di legge prevede allora la creazione di un marchio collettivo
che identifichi chiaramente prodotti e produttori, accompagnato
dall'istituzione di un apposito registro dei birrifici. La promozione
del marchio sarà affidata all'Ersa, che già si occupa di spingere la
produzione vitivinicola regionale. L'altro asse della legge è il supporto all'innovazione delle
lavorazioni, con finanziamenti ad hoc per l'acquisto di macchinari e la
formazione degli operatori. Come spiega Marsilio, «verranno usati i
capitoli di spesa già previsti per il sostegno alle aziende artigiane,
ma chi investe nella filiera della birra potrà contare su punteggi
aggiuntivi nelle graduatorie. Vogliamo favorire la nascita e lo sviluppo
di aziende in un segmento in grande crescita, che permetterà inoltre di
avviare interessanti filiere produttive in campo agricolo»".
I contenuti sono quindi leggermente diversi da quelli del Veneto, pur rimanendo lo scopo sostanzialmente il medesimo; ad attirare la mia attenzione è stata in particolare la parte riguardante il finanziamento per l'acquisto di macchinari e la formazione. Diciamocelo, la coperta è corta: infatti vengono usati capitoli di spesa già previsti per le aziende artigiane. Non essendo quindi stato stanziato un solo centesimo in più, gioco forza il legislatore si è trovato a fare una scelta, destinando questo denaro ai birrifici piuttosto che ad altre aziende. E fin qui, si dirà, buon per i birrifici - che magari si inimicheranno qualche altra azienda, ma questo è un altro discorso. Interessante sarà però vedere all'opera i criteri con cui questi punteggi aggiuntivi nelle graduatorie saranno assegnati. Se l'intento è quello di "favorire la nascita e lo sviluppo di aziende in un settore in grande crescita", è altretttanto vero che c'è chi accusa come questa crescita sia già eccessiva, con microbirrifici che spuntano ogni giorno come funghi e magari senza solide basi. Di qui l'importanza appunto dei criteri: se si vuole davvero favorire il settore, è evidentemente cruciale evitare finanziamenti a pioggia che rincorrano mille realtà diverse senza davvero sostenerne alcuna in maniera significativa. Come identificare dunque i "meritevoli" è una buona domanda: sulla base di un credibile e dettagliato progetto di investimento per la crescita dell'azienda? Su parametri indicativi della performance dell'azienda (trend del volume di produzione e delle vendite, riconoscimenti ricevuti, ecc)? Naturalmente qualsiasi parametro è discutibile, mi chiedo quali saranno poi alla prova dei fatti: ricordiamoci che stiamo parlando di un progetto di legge, per cui si vedrà soltanto dopo l'approvazione - data praticamente per certa dati i numeri in Consiglio dei gruppi che hanno espresso il loro sostegno - e in sede di applicazione dove si andrà effettivamente a parare.
Per intanto si tratta comunque di un gol messo a segno per i friulani, e che conferma come il Nordest sia tra le zone d'Italia più attive su questo fronte.
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