lunedì 3 agosto 2015

L'anima, lo spirito e il generale

Detta così, dal titolo potrebbe sembrare che io non abbia ancora smaltito l'acol assunto assaggiando le birre di cui scrivo: ma è semplicemente un riferimento ai nomi di tre delle birre dell'ultima nuova conoscenza fatta in Piazza Venerio, il Birrificio Belgrano. La sede è a Milano ed ha aperto nel 2014, ma Belgrano vanta avere origini in quel di Buenos Aires, dove nonno Nicholas "trascorreva ore ed ore - cito dal volantino - a mescolare aromi ed essenze per ottenere i suoi infusi terapeutici e sperimentare nuovi sapori per le bevande, tra cui le sue birre preferite".

Non era purtroppo presente il mastro birraio, ma nell'assaggiare le birre - tutte basse fermentazioni, a differenza di buona parte dei birrifici artigianali -  ho comunque avuto qualche delucidazione dai suoi collaboratori che stavano deitro le spine. Attualmente sono quattro quelle in produzione: la lager chiara Anima, la pils Belgrano, la marzenbock Spirito, e la pils aromatizzata con scorze d'arancia e coriandolo Il Generale. Dato che quest'ultima poteva apparire come un'autentica eresia, non ho potuto non incuriosirmi. Al naso l'aroma di cui sopra spicca in maniera tale da far pensare di avere nel bicchiere una blanche - pur essendo meno intenso, perché non si aggiunge quello del lievito usato appunto per le blanche -; salvo poi lasciare un po' perplessi perché, una volta bevuto il primo sorso, ci si rende conto che una blanche non è, ma presenta un corpo più leggero e di cereale - pur naturalmente senza alcuna nota di frumento - come tipico delle pils. Il mio interlocutore ha spiegato che si tratta di una birra ancora in fase di sperimentazione, per trovare il giusto equilibrio tra un'aromatizzazione e uno stile che - almeno stando ai canoni - non avrebbero nulla a che spartire: personalmente non l'ho trovata sgradevole, semplicemente ho percepito una dissonanza a cui, pur essendo voluta allo scopo di sperimentare, il mio palato non è abituato. Chissà, potrebbe essere interessante riassaggiarla tra qualche tempo.

Su suggerimento del signore di cui sopra ho poi provato la Spirito: e qui rimaniamo già più nei canoni dello stile, con una birra ambrata dall'aroma dolce di malto e caramello - personalmente non ho colto alcuna nota di amaro, come invece diceva la scheda descrittiva -, i cui sapori si confermano in forze anche al palato insieme ad una nota liquorosa che segue fino alla chiusura. Pur senza cadere nello stucchevole, ho trovato la persistenza molto dolce: il che personalmente non mi urta, semplicemente non la consiglierei ai fanatici del luppolo (che comunque, verosimilmente, non prenderebbero una marzenbock). Che dire dunque, in conclusione? Ci rivediamo per assaggiare la Il Generale (nonché le due che mi mancano)...

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