venerdì 5 dicembre 2014

Anche i pellerossa festeggiano il Natale

Ho recentemente portato a compimento il buon proposito di farmi rivedere dalle parti del Saloon Birreria Mondelli - precursore di tutte le varie catene in stile western, vantando ormai quarant'anni di onorata attività -, dato che era da un po' che non ci ritornavo - a onor del vero, da quando ne avevo parlato in questo post. Diciamocelo, Enrico sentiva la mancanza della kwak alla spina, dato che è l'unico posto - almeno a distanza ragionavole da qui - in cui la si trova: ma tornare lì è comuqnue sempre piacevole, trattandosi di una birerria assai originale che sia alla spina che in bottiglia vanta sempre qualche chicca degna di nota.

In questo caso la scura Kasteel Donker, che il Mondelli tiene come birra di Natale: una quadrupel belga da ben 11 gradi, che si sentono tutti e anche di più. La schiuma, non troppo persistente e di color nocciola leggero, racchiude un aroma dalle forti note di caffè, liquirizia e caramello: Enrico dopo il primo sorso l'ha scherzosamente definita "caramella Alpenliebe". una gag che - per quanto personalmente mi ricordasse di più una bella tazza di caffè ben zuccherata - ho trovato calzante, Il corpo è probabilmente tra i più pieni che mi sia mai capitato di sentire, ed esalta ancor di più le note dolci ed alcoliche del malto: specie se bevuta alla giusta temperatura di servizio, ossia 12 gradi. Un sapore forte e discretamente persistente, che rimane in bocca abbastanza a lungo facendo "rivivere" - alemno cos'ì mi è sembrato - tutti i sapori provati prima. Insomma, una birra impegnativa, che definirei "da condividere" - perché credetemi che arrivare in fondo è davvero dura.

Infatti ammetto di averne preso solo un assaggio, per poi ripiegare sulla Abbaye de Bonne Esperance: anche questa una doppio malto belga dai suoi bei 8 gradi con notevoli aromi di nocciola e dal colore ambrato, ma dal corpo sorprendentemente leggero che la rende pericolosamente beverina. Le note di malto sono predominanti, ma il finale lascia comunque una leggerissima punta amara che invoglia ad un altro sorso. Peraltro, seguendo il consiglio del buon prof. Buiatti, per sentire meglio l'amaro avevo tuffato la bocca - e anche il naso, ahimé - nella densa schiuma degna della miglior panna montata: in effetti sì, funziona.

Che dire, in conclusione? Effettivamente la Kasteel Donker è una birra di tutto rispetto, che però ho trovato eccessivamente ricca: per quanto stupisca di meno, ammetto di essermi bevuta assai più volentieri il mio calice di Abbaye. Insomma, anche nella birra il troppo stroppia...

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