giovedì 6 novembre 2014

Il re dei luppoli

In uno dei miei giri alla Brasserie, approfittando del fatto che si trattava della birra a rotazione in quel momento alla spina, ho colmato una delle mie lacune in quanto al birrificio Toccalmatto: ho infatti assaggiato la Re Hop, una American Pale Ale che definirei scherzosamente una American-German Pale Ale, data la sua peculiarità di unire un luppolo americano come il cascade a due tedeschi come il perle e il tradition. Insomma, un connubio tra vecchio e nuovo continente.

Il nome "Re Hop" (hop sta per luppolo, per i non anglofoni) è indubbiamente indovinato: basti dire che l'amica al tavolo con me, quando sono arrivati i bicchieri, ha messo da parte la sua blanche per annusare la mia Re Hop perché le era arrivata una zaffata di profumo così forte da incuriosirla. In effetti l'aroma intenso è il punto di forza di questa birra, tra il floreale e l'agrumato - ammetto di non aver percepito lo speziato, per quanto la descrizione lo magnificasse. Complice la schiuma abbastanza sottile e non molto persistente, mi sono gettata abbastanza presto sul primo abbondante sorso: ristoratore per la sete, devo ammettere, perché è parecchio beverina dato il corpo non troppo intenso - per quanto nettamente amaro - e la chiusura secca e aromatica, che fa da controparte a quanto "annusato" prima.

L'abbinamento con il petto di pollo alla griglia non era stato propriamente meditato, ma non è stato un errore: tanto più che la carne era leggermente speziata, per cui una luppolatura di questo genere faceva da buon accompagnamento. In conclusione la definirei una birra di qualità che mantiene la semplicità nella sua originalità - cosa non semplice da ottenere: detta in altri termini, di quelle che rifuggono dal "famolo strano" a volte di difficile beva e che ti verseresti con piacere bicchiere dopo bicchiere...

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