Ieri Maurizio Maestrelli l'ha definita "la notizia del giorno", per quanto nell'ambiente birrario circolasse già da qualche tempo: il vulcanico Teo Musso ne ha combinata un'altra delle sue, lanciando la Baladin in lattina. Il nome è un programma: Baladin Pop, ossia "popular", ad indicare come l'intento sia quello di - cito dal sito di Baladin - "proporre una birra di grande qualità ma facilmente fruibile". Non l'ho ancora assaggiata, per cui vi posso dire semplicemente che viene descritta come una birra che presenta una "schiuma bianca e compatta" e "di colore dorato. La luppolatura a freddo ̶ dry hopping
̶ che utilizza luppolo in fiore qualità Mosaic e Cascade prodotto in
Italia, le dona delicate note erbacee ben bilanciate con la parte
maltata.
Fresca al naso e in bocca, si completa con un finale secco e gradevole".
E fin qui le "note tecniche". Come di consueto quando si muove Musso, si è scatenata una ridda di commenti che va da "idea innovativa" a "sacrilegio, brucerete tutti all'inferno": c'è chi ricorda che la birra artigianale in lattina l'ha già lanciata Bad Attitude cinque anni fa e che quindi Baladin non può fregiarsi di essere il primo (per quanto, essendo Bad Attitude svizzero, può dirsi il primo in Italia); chi dice che la comprerà quantomeno per curiosità, e chi giura che non si abbasserà mai a tanto; chi accusa Baladin di pensare più al marketing che a fare buona birra e di essersi "venduto" alle ragioni del dio denaro, e chi non disdegna una mossa che va comunque ad allargare il mercato delle artigianali. Come spesso accade, insomma, Baladin o si ama o si odia, e poco giova ricordare che - almeno stando alle ricerche che ho fatto sugli articoli usciti all'epoca del lancio della Bad Attitude in lattina - in quel caso non si fosse sollevato un tale polverone ideologico.
Il primo nodo da sciogliere sta naturalmente nell'adeguatezza o meno della latttina - contenitore comunemente associato alla birra industriale - per rendere giustizia alla birra artigianale. Opinioni che ritengo qualificate, tra cui quella di Andrea Camaschella con cui ho avuto modo di discutere in proposito, dicono che, con la tecnologia attuale, la lattina non va a pregiudicare i sapori ed aromi della birra: "Anzi, rispetto alla bottiglia offre alcuni vantaggi, come il fatto di non lasciar passare la luce", ha osservato Camaschella - nonché quello di essere sigillata, aggiungo io, dato che mi è capitato di vedere anche tappature mal riuscite. Purché non si beva la birra direttamente dalla lattina facendosi un'overdose di anidride carbonica che anestetizza le papille gustative, ma la si versi in un bicchiere, la lattina parrebbe quindi non avere controindicazioni di questo genere.
Resta dunque la questione marketing o non marketing, "purismo" o non purismo. Diciamocelo: il cultore della birra artigianale difficilmente diventerà un consumatore regolare di birra in lattina. Forse la acquisterà per curiosità, o perché quando va a fare la scampagnata gli viene più comodo metterla nella borsa frigo rispetto alla bottiglia: ma i modi e i luoghi della degustazione per questa fascia di mercato sono in massima parte diversi dall'aprire la lattina sul divano davanti alla tv - perché il vero cultore della birra artigianale, stesse anche guardando la finale di Champions, comunque si stapperà la bottiglia e la verserà a dovere nel bicchiere adeguato e alla temperatura giusta. Per cui, se la mia analisi è corretta - e non ho la presunzione che lo sia - significa che ad avere qualcosa da temere non sono tanto i birrifici artigianali quanto quelli industriali, perché la Pop Baladin andrebbe a rivolgersi a quella fascia "media" che questi ultimi stanno corteggiando con le varie "crafty" regionali e millemila luppoli. Quindi, fatta salva l'opinione che ciascuno può avere in merito alla birra artigianale in lattina, difficilmente sposterà qualcosa per i birrifici artigianali e in particolare per quelli più piccoli, che spesso vivono di una cerchia di appassionati che la Pop Baladin comunque non toccherà. Se questa cerchia si allargherà perché la Pop Baladin porterà al mulino delle artigianali in bottiglia o alla spina un segmento più vasto di mercato, è tutto da vedere; la questione più interessante che mi pare si stia sollevando è però la formazione di questo "mercato medio", perché la sua evoluzione si sta ponendo come nodo cruciale per il mondo della birra in senso lato.