Ammetto che, nonostante le rassicurazioni del buon Beppe che mi aveva gentilmente invitata a far parte della giuria, ero un po' preoccupata: trentadue birre sono così tante che altro che bruciare la gola, bruciano pure lo stomaco, il fegato, e apparato digerente tutto. Aggungiamoci pure che mi sarei trovata insieme a tre pezzi da novanta - anzi, uno da novanta e due da ottantanove, per rispetto dell'autorità: il prof. Stefano Buiatti dell'Università di Udine - giurato anche del Brussels Beer Challenge, uno dei maggiori concorsi internazionali -, il mastro birraio dell'ateneo Stefano Bertoli, e il tecnologo alimentare nonché ricercatore in ambito birrario Paolo Passaghe. Il timore di dire assurdità davanti a gente che ne sa molto più di me era quindi quasi una certezza, e sono arrivata lì con l'animo di imparare ancor prima che di giudicare.
Al Samarcanda ci aspettavano le bottiglie rigorosamente anonime, contrassegnate solo da un numero; unica cosa nota era lo stile, così da poterle raggruppare tra simili per la degustazione e giudicare anche l'attinenza allo stile dichiarato - in altre parole: se la chiami porter ed è chiara, o hai sbagliato nome o hai sbagliato malti, e in entrambi i casi ti costerà un paio di punti. Per quanto si sia confermata la moda per le Ipa e le Apa, presenti in maggior numero, la panoramica degli stili rappresentati era praticamente completa: la creatività quindi non manca, con tanto di uno stile nuovo creato per l'occasione - non vi tolgo però la sopresa su quale sia: aspettate e leggete dopo la premiazione. Muniti di una griglia di valutazione per ciascuna birra, abbiamo quindi giudicato in religioso - vabbè, quasi: le domande "tecniche" a Buiatti erano lecite - silenzio per non influenzarci; soltanto alla fine ci siamo scambiati i punteggi, per fare le somme e decidere su eventuali menzioni di merito. E' stato curioso vedere come, per quanto i giudizi dei tre accademici fossero basati più sugli aspetti tecnici e i miei più sul puro piacere dato da una buona birra, c'è stato un sostanziale consenso sui giudizi dati; nonché nel concordare sul fatto che la qualità delle opere pervenute mediamente è stata molto buona, e che di molte avremmo volentieri fatto il bis se non fosse che già così era stata una maratona birraria non da poco.

Per ora non posso dire altro, ma qualche chicca sulle birre che ci sono passate per le mani c'è: se siete curiosi, non vi resta che aspettarela serata di premiazione il 20 ottobre...