Al Festival di Fiume, quando ho notato che allo stand della Birra di Meni c'era nientemeno che Meni stesso, sono subito andata a fare conoscenza: e devo dire che è stata una chiacchierata davvero piacevole, considerando che mi ero parecchio incuriosita nel conoscere la sua storia di birraio - che ho raccontato in questo post. Mi ha peraltro raccontato che tuttora va raccogliere luppolo selvatico - "ce n'è tantissimo dalle nostre parti" -: per cui, stappando una bottiglia di Meni, se siete fortunati potrebbe capitarvene una con autentico luppolo autoctono.
Dato il mio buon proposito di provare qualche altra birra delle loro, questa volta mi sono diretta sulla Pirinat, una scura. Per quanto la schiuma fosse ben poco consistente, una volta portato il bicchiere al naso ho subito detto: "Ah, una stout?". Meni ha sorriso, affermando: "Pensa un po', abbiamo ingannato perfino gli irlandesi con questa". In effetti è una lager scura: ma a quanto pare non sono stata l'unica a cadere nell'errore, dato che all'olfatto prevale il tostato tipico delle stout - personalmente ho sentito soprattutto note di caffè. Mi sarei aspettata un corpo più robusto da una birra di questo genere, invece è piacevolmente delicato pur confermando le caratteristiche dell'aroma: magari da accompagnare a del cioccolato o ad un dolce al caffè, per valorizzare allo stesso tempo sia la birra - dato che, non avendo molta persistenza, potrebbe dare l'impressione di "morire in bocca" a chi è abituato a sapori più decisi - che l'abbinamento, visto che in virtù della delicatezza di cui parlavo non andrebbe a sovrapporvisi. In tutto e per tutto, insomma, una particolarità nel panorama delle lager scure, tanto da classificarsi prima come "Birra dell'anno" al concorso Unionbirrai 2010 per la categoria bassa fermentazione e terza all'International Beer Challenge lo stesso anno.
Un'ultima nota, più che altro per mettervi in guardia e preservare la patente: attenti perché farà pure sei gradi e mezzo, scende che è un piacere...
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