I conoscitori di Roberto Vecchioni avranno capito dalla citazione che sto per parlare della birreria Samarcanda: infatti è lì che ho avuto modo di entrare con estremo piacere nell'empireo dei giurati dei concorsi di homebrewing, nella fattispecie il Luppolando, lanciato dal locale lo scorso luglio. Mi sono così trovata a giudicare su ben 32 birre, opera di 13 homebrewers: cifre del tutto ragguardevoli considerando che si trattava della prima edizione e che Plaino non è esattamente una metropoli, a conferma non solo del fatto che il Friuli sta conoscendo - permettetemi l'espressione abusata - un notevole fermento, ma anche che locali con birre di qualità possono diventare punto di ritrovo per appassionati e centri di promozione di iniziative di ogni genere. Concorso indetto, peraltro, senza alcuna velleità particolare: "Brassare è qualcosa di ludico, di piacevole, di gratificante - ha chiosato il proprietario Giuseppe Burelli, Beppe per gli amici -: che cosa c'è di più soddisfacente che bersi la propria birra? Io ho voluto prima di tutto lanciare uno stimolo a creare: se c'è stata una buona risposta tanto meglio, ma non valuto il successo solo sui numeri".
Ammetto che, nonostante le rassicurazioni del buon Beppe che mi aveva gentilmente invitata a far parte della giuria, ero un po' preoccupata: trentadue birre sono così tante che altro che bruciare la gola, bruciano pure lo stomaco, il fegato, e apparato digerente tutto. Aggungiamoci pure che mi sarei trovata insieme a tre pezzi da novanta - anzi, uno da novanta e due da ottantanove, per rispetto dell'autorità: il prof. Stefano Buiatti dell'Università di Udine - giurato anche del Brussels Beer Challenge, uno dei maggiori concorsi internazionali -, il mastro birraio dell'ateneo Stefano Bertoli, e il tecnologo alimentare nonché ricercatore in ambito birrario Paolo Passaghe. Il timore di dire assurdità davanti a gente che ne sa molto più di me era quindi quasi una certezza, e sono arrivata lì con l'animo di imparare ancor prima che di giudicare.
Al Samarcanda ci aspettavano le bottiglie rigorosamente anonime, contrassegnate solo da un numero; unica cosa nota era lo stile, così da poterle raggruppare tra simili per la degustazione e giudicare anche l'attinenza allo stile dichiarato - in altre parole: se la chiami porter ed è chiara, o hai sbagliato nome o hai sbagliato malti, e in entrambi i casi ti costerà un paio di punti. Per quanto si sia confermata la moda per le Ipa e le Apa, presenti in maggior numero, la panoramica degli stili rappresentati era praticamente completa: la creatività quindi non manca, con tanto di uno stile nuovo creato per l'occasione - non vi tolgo però la sopresa su quale sia: aspettate e leggete dopo la premiazione. Muniti di una griglia di valutazione per ciascuna birra, abbiamo quindi giudicato in religioso - vabbè, quasi: le domande "tecniche" a Buiatti erano lecite - silenzio per non influenzarci; soltanto alla fine ci siamo scambiati i punteggi, per fare le somme e decidere su eventuali menzioni di merito. E' stato curioso vedere come, per quanto i giudizi dei tre accademici fossero basati più sugli aspetti tecnici e i miei più sul puro piacere dato da una buona birra, c'è stato un sostanziale consenso sui giudizi dati; nonché nel concordare sul fatto che la qualità delle opere pervenute mediamente è stata molto buona, e che di molte avremmo volentieri fatto il bis se non fosse che già così era stata una maratona birraria non da poco.
Tralascio su intermezzi - embè, mica pretenderete che bevessimo 32 birre tutte di seguito? - con dotte dissertazioni sul tema "Con quali erbe - legali e non - è possibile aromatizzare la birra", o "Quale birra è più efficace per convincere una donna a dire sì"; o su test di sobrietà come recitare d'un fiato i nomi del sette nani o, ad un livello culturalmente più elevato, i sette vizi capitali; ma si sa che è anche questo il bello di simili occasioni, e che un bicchiere di buona birra è un ottimo catalizzatore di socializzazione.
Per ora non posso dire altro, ma qualche chicca sulle birre che ci sono passate per le mani c'è: se siete curiosi, non vi resta che aspettarela serata di premiazione il 20 ottobre...
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