Tra le varie amenità e curiosità che ho trovato a Friulidoc c'è lo stand della Pro Loco di Avasinis: un ridente quanto piccolo paesino ai piedi delle Prealpi Carniche, noto come "Il paese del lampone e del mirtillo" - tanto che ogni anno si tiene ad agosto la relativa e golosa festa - in virtù dei cespugli di questi frutti che crescono spontanei e numerosi nella zona. Oltre a prelibatezze gastronomiche di ogni genere sia dolci che salate a base di questi due prodotti, un vistoso cartello pubblicizzava anche la birra al lampone: sarà pur vero che le lambic e di conseguenza pure le gueuze (per i non adepti: birre a fermentazione spontanea, caratterizzate da un gusto acido) non sono il mio genere, mi sono detta, ma una framboise locale se non altro per curiosità potrebbe starci. Così mi sono avvicinata e ne ho chiesta una.
E quale non è stata la mia sopresa nel vedere che il simpatico signore che mi ha servita ha prima versato dello sciroppo di lampone da una bottiglia, e poi ha aggiunto una "bionda generica" - chiamiamola così - dalla spina lì accanto: orrore, scempio, sacrilegio, m'ha fatto la Radler col lampone! Scherzi a parte, mi è stato spiegato il perché di tale procedimento che con le framboise non ha nulla a che vedere. Gli emigranti di ritorno in paese dal Belgio, numerosi fino tutto il secondo dopoguerra, avevano fatto conoscenza lassù con le birre locali: tra cui appunto la framboise che, manco a dirlo, li aveva fatti sentire un po' a casa. Una volta rientrati, però, ne hanno sentito la mancanza; e non disponendo né delle strutture né delle conoscenze per fare da sé questo genere di birra, hanno trovato l'escamotage di aggiungervi lo sciroppo dei lamponi locali appena spremuti. Insomma, si sono detti, meglio così che niente.
La storia curiosa non era bastata a togliermi la perplessità, ma ormai che la birra era spinata, non berla sarebbe stato un sacrilegio assai più grave che averci aggiunto lo sciroppo di lampone. E liberando per un attimo la mente dagli schemi precostituiti, in effetti ho dovuto ammettere che il tutto aveva un suo senso: anche così si sentiva che quello non è uno sciroppo di lamponi qualunque - della serie: scordatevi quelle specie di melasse in vendita al supermercato -, ma una vera e propria "spremuta" di frutti, che in tutta onestà non si accompagna affatto male ad una birra chiara. Posto, chiaramente, che non vi aspettiate una framboise belga: ma vale la pena provare, magari per un aperitivo.
La birra viene proposta in abbinamento con gli gnocchi e i cjarsons al mirtillo con ricotta affumicata, di cui il simpatico signore di cui sopra ha insistito per offrirmi un assaggio nonostante le mie di insistenze in senso contrario - della serie: ho già mangiato come un lupo, vi prego, chiedo tregua. Oltretutto, avevo seri timori che abbinare una birra così dolce ad un piatto che - pur salato - rimane comunque tendente al dolce risultasse eccessivo. Invece, al di là del fatto che sia gli gnocchi che i cjarsons erano una vera bontà, il salato e l'affumicato della ricotta contrastano il giusto con il dolce del frutto, creando un ulteriore gioco con quello della birra. Gioco ancor più interessante sarebbe naturalmente provare con una vera framboise, in cui l'acido aggiungerebbe un'ulteriore smorzatura al dolce: insomma, toccherà procurarsene una e dire agli amici di Avasinis che accendano i fornelli...
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