Non avendo potuto presenziare più a lungo a causa di impegni di lavoro, ho comunque accolto volentieri l'invito degli organizzatori a fare un giro - per quanto rapido - al Festival della birra artigianale di Fiume Veneto. L'anno scorso - come potete vedere nei numerosi post in archivio a settembre 2013 - la prima edizione mi era sembrata un inizio promettente, per cui la curosità di vedere anche la seconda c'era: tanto più che è cresciuto il numero dei birrifici presenti - 16, 8 per ciascun weekend -, e si è cercato (come del resto lo scorso anno) di andare al di là della semplice bevuta in compagnia organizzando eventi come la presentazione del libro "I birrifici storici di Pordenone", o un convegno sulla coltivazione del luppolo in regione.
Se mi duole constatare la scarsa professionalità del Birrificio Trevigiano e del Corti Venete, che di fronte alla mia richiesta di darmi qualche informazione in più sulle loro birre non hanno fatto altro che mettermi in mano un volantino e dirmi "trova tutto sul sito", per il resto devo riconoscere agli organizzatori l'encomiabile buona volontà. Mossa indovinata è stata innanzitutto quella di spostare le conferenze in una sala a parte - dove al momento del mio arrivo il buon Max Petris stava raccontando la storia dei "falegnami diventati birrai" a Sauris -, così da non essere disturbati da chi è occupato a festeggiare; sala peraltro degnamente decorata "a tema", con una piccola mostra di bicchieri. Non ero purtroppo presente alla presentazione del libro, ma ne ho ricevuto un'eco positiva sia dal presidente dell'Accademia delle Birre Paolo Erne - che è intervenuto - che dagli altri birrai.
Il che mi porta a dire che le potenzialità per andare oltre la semplice "sagra" - convenientemente ospitata nell'ampio tendone della Pro Loco - ci sono tutte, andando incontro anche a chi desidera qualcosa di più della semplice bevuta: appoggiandosi magari a qualcuno che abbia conoscenze e competenze più approfondite, la sala potrebbe infatti ospitare a dovere ben più di due o tre incontri di un certo spessore per ciascun weekend. Peraltro sono gli organizzatori stessi i primi a volersi muovere in questo senso: parlando con loro, mi hanno riferito di aver pensato a degustazioni guidate, ma sarebbero replicabili diversi laboratori di abbinamento birra-cibo come quelli fatti lo scorso anno, oppure incontri in cui accostarsi a particolari tipi di birra generalmente poco presenti nei circuiti distributivi. Senza contare che i temi per conferenze sarebbero innumerevoli. Un modo per equilibrare la parte "culturale" con quella "festaiola", che non ha nulla di male in sé, ma che al momento soverchia la sua controparte.
Per il resto, è stato un ritrovare i vecchi amici: Meni, Zahre, Baracca Beer e Campagnolo - occasione peraltro di provare la Pirinat di Meni e la Bora Scura di Campagnolo, di cui parlerò più in dettaglio in altra sede; nonché la pasticceria "Crema & Cioccolata", alla quale riservo una nota di merito per gli ottimi biscotti al malto.
Che dire? Se capitate di lì il prossimo weekend non disdegnate un giro; personalmente poi, non posso che rivolgere un incoraggiamento agli organizzatori per mettere ancor meglio a frutto le potenzialità sia logistiche che di voglia di fare - la più importante, direi - per crescere in qualità il prossimo anno.
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