Dato che ormai era ora di cena, abbiamo chiesto alla nostra guida di portarci in un locale che meritasse: e la sua scelta è caduta sulla birreria Paulaner, che si trova appunto sulle rive. Vabbè, non sarà birra artigianale: ma la Paulaner è sempre la Paulaner, per cui non ce lo siamo fatti dire due volte.
Le prime due pagine del listino erano interamente occupate dalle birre - appunto - Paulaner, in una varietà tale che alcune non le avevo mai nemmeno sentite nominare; curioso poi che, oltre al prezzo della birra piccola, da mezzo e da litro, sia riportato anche quello del fusto. Insomma, se siete una compagnia numerosa o se vi è piaciuta così tanto da volervela portare a casa in quantità industriali, sappiate che c'è anche questa opzione.

In quanto a birra, invece, siamo andati sul sicuro: la Paulaner Salvator, una rossa a bassa fermentazione, dal malto molto spiccato - così come il grado alcolico, dato che ne fa 8. Insomma, roba tosta: in fondo, come ricorda il sito della Paulaner, "nel periodo di digiuno per i frati di San Francesco di Paola la Salvator sostituiva il nutrimento". Ah, ecco, si spiegano tante cose: dopo che ti sei bevuto una birra così corposa - non a caso fa 71 kcal per 100 ml, con tutto quell'orzo - vai avanti per una giornata intera. "Il birraio più famoso - prosegue poi il sito - è stato frate Barnaba, che ha diretto dal 1773 la birreria Paulaner del monastero. La sua ricetta originale è rimasta fino ad oggi pressoché immutata". Un pezzo di storia, insomma, oltre che un piacere per il palato. Certo non è il miglior abbinamento con il pollo: con quello sarebbe stata più indicata la birra dell'Oktoberfest, disponibile dato il periodo, una chiara molto beverina nonostante il tenore alcolico (6 gradi) e il gusto più maltato rispetto alle altre birre dello stesso genere. Ma per quella aspetteremo di andare davvero all'Oktoberfest...
Nessun commento:
Posta un commento