Ce n'era di che incuriosirsi: così ci siamo avvicinati al loro stand dove ci hanno accolto Luigi, uno dei ragazzi del birrificio, e Roberto, uno dei loro agenti commerciali. Oltre che direttamente al birrificio e nei locali della zona, infatti, il Bav distribuisce le sue birre tramite una rete di agenti: e quale il nostro compiacimento nel venire a sapere che Roberto sta appunto curando l'espansione in Friuli, così che sarà più facile anche per noi rifornirci senza fare troppa strada. Il Bav, ci ha quindi spiegato Luigi, brassa due linee di birre non filtrate e non pastorizzate: "Le Furia - la pils, la rossa e la nera -, che abbiamo ereditato dalla precedente gestione; e le Venexiane, che invece abbiamo creato noi. E queste, beh, sono più buone" ha ammiccato. Non ne avevamo alcun dubbio, però dovevamo assaggiarle per crederci.
Pur non avendo nulla contro la Pale Ale - un'alta fermentazione in stile inglese - la nostra scelta è caduta sulle due birre che si erano classificate prime nelle rispettive categorie al concorso di cui sopra: così Enrico ha optato per la Pilsner, bassa fermentazione in stile tedesco, e io per la Bitter, alta fermentazione in stile inglese. Devo dire che non mi sono affatto pentita della scelta: una bella schiuma compatta, un gusto maltato ma non dolce - per quanto le descrizioni lo indicassero come "caramellato", non l'ho onestamente trovato tale - e un amaro finale che - questo sì - concordo nel definire "secco e pulito", senza "sorprese" di ritorno nel retrogusto - che tendenzialmente, nel caso del'amaro, tendo a non apprezzare.

Rimane poi la Unika, una birra speciale realizzata con luppoli freschi, che faceva bella mostra di sé in una bottiglia da litro e mezzo conservata con tutte le cure in una scatola di legno: ma considerando che ci mancavano ancora diversi stand, mi sa che sarà per la prossima volta...
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