lunedì 30 settembre 2013

Festival di Fiume, settima tappa: Bradipongo reloaded

Giunti ormai quasi alla fine del pellegrinaggio, abbiamo ritrovato un'altra vecchia conoscenza: il Bradipongo di Colle Umberto (Treviso), di cui avevo già avuto occasione di provare le birre durante la degustazione in Brasserie descritta in questo post. Così siamo tornati, per così dire, a salutare: tanto più che quella sera non avevamo avuto modo di parlare direttamente con Andrea, Anna e Alessio, alias i tre tecnologi alimentari che - cito il loro sito - "hanno deciso di collaborare con qualche miliardo di cellule di lievito". Ad accoglierci è stata Anna, che per fortuna, quando le ho detto chi ero, non se n'è uscita con un "Ah, sei tu quella disgraziata che non ha capito assolutamente nulla delle nostre birre e ha scritto delle cavolate pazzesche": a volte, diciamocelo, è un mio timore. Ma in questo caso il mio post poi così male non doveva essere, dato che ci ha invitati a tornare - più tardi, grazie, in quel momento non era il caso...- a bere qualcosa.


Anche in quanto a birre, quindi, era un ritrovare delle vecchie amiche: i nostri avevano infatti portato i grandi classici della casa, tra cui la Mafalda - una belgian ale rossa che, al di là dell'omonimia col mio idolo dei fumetti, è pienamente nelle mie corde per quanto il retrogusto caramellato lasci un po' assetati -, e la BradIpa, una India Pale Ale che la volta scorsa avevo eletto a vera punta di diamante della scuderia Bradipongo - nonché delle Ipa in generale, insieme alla Freewheelin' di cui ho già parlato e alla Punk Ipa del Brewdog.

Ed è infatti su questa che, una volta smaltiti i bicchieri precedenti, è caduta la mia scelta: l'aroma di frutta e il retrogusto deciso di pompelmo sono notevoli, e la rendono molto dissetante nonostante il moderato tenore alcolico (6 gradi). Anche la luppolatura piuttosto forte, che in genere tendo a non apprezzare molto, nel caso della BradIpa è peculiarità imprescindibile. Sostanzialmente, diciamo che ho puntato sull'usato sicuro.

Ormai non mancava che l'ultima fatica, ossia lo stand del birrificio Campagnolo: accidenti, è proprio dura lavorare...

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