Chi conosce Udine e la sue
manifestazioni si sarà forse chiesto come mai non abbia ancora
scritto nulla su Friulidoc, il più celebre evento enogastronomico
della regione; e in effetti la risposta è molto semplice, ossia che
sono stata fin troppo occupata a bazzicare tra i vari stand – per
lavoro, cosa credete? - per trovare il modo di scrivere.

Proseguendo il mio giro, sono passata
da via Aquileia: lì ad attirare la mia attenzione è stato il
tendone del birrificio artigianale Tazebao, direttamente da Trieste –
notoriamente terra nemica per gli udinesi. O meglio: ad attirare
l'attenzione è stato il buon Giorgio, un personaggio tale che dargli
del vivace è un eufemismo. Ancora prima che avessi finito di
presentarmi, mi aveva messo in mano un bicchiere di ambrata ad alta
fermentazione: e che ambrata. Nulla da invidiare a quelle belghe, con
un retrogusto acidulo ma parecchio rinfrescante. Prova migliore della
produzione artigianale è stato il fatto che la sera, quando sono
tornata a farla provare a Enrico, la stessa birra aveva un gusto
diverso: cosa che, parecchi mastri birrai mi hanno confermato, capita
spesso con le birre non industriali, essendoci differenze anche
rilevanti da cotta a cotta o addirittura da fusto a fusto. Unico neo,
è parecchio beverina nonostante il tenore alcolico non indifferente:
e tenendo conto che erano le undici del mattino ed ero a stomaco
vuoto, meno male che mi è venuta in soccorso la pagnottina di pan di
sorc – devo ammettere che l'abbinamento, dopotutto, non era
malvagio - che avevo in borsa per tamponare l'alcol e mantenere la
lucidità. Anche perché ero attesa alla Cucina Carducci per un
servizio: rimanete sintonizzati per sapere com'è andata...
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