lunedì 2 novembre 2015

Fusti di frontiera


No, non è un errore di battitura: sto infatti parlando non di Gusti di Frontiera - nota manifestazione goriziana dedicata all'enogastronomia e all'agroalimentare - ma di Fusti di frontiera, simpatica seraata organizzata dal Birrificio Campestre nella sua sede di Corno di Rosazzo, in collaborazione con il birrificio Antica Contea di Gorizia e l'osteria Alla Terrazza di Cividale. Quest'ultima vanta come propria specialità il frico - in innumerevoli versioni, da quello classico, a quello con la salsiccia, a quello con il radicchio rosso -, che ha infatti servito per l'occasione; e promuove tra l'altro la sfida "Man vs frico", che vede gli intrepidi mangiatori fronteggiarsi nell'impresa di finire nel più breve tempo possibile un chilo e mezzo del piatto portabandiera del Friuli - fatto, per chi non lo sapesse, con tre tipi diversi di formaggio Montasio, cipolla e patate. Il campione in carica ce l'ha fatta in poco più di tre minuti: come dicono nel wrestling, don't do it at home, potreste non uscirne vivi.

Venendo alla birra, ho finalmente avuto l'occasione di assaggiare la Scur di Lune, la porter di casa Campestre. Una porter che senz'altro rispetta la filosofia originaria dello stile, il poterne bere a più a più pinte: il tostato e il caffè tipici del genere sono infatti assai delicati e leggeri sia all'aroma che al palato, e il corpo esile - sono una purista e quindi mi urta usare l'inglese watery, che in questo caso potrebbe essere appropriato, però l'italiano "annacquato" appare denigratorio - prelude ad una chiusura affatto persistente. Insomma, una porter "pulita" e da manuale, senza particolari pretese.

Sono poi passata alla birra di Natale di Antica Contea, la Doggin' Gilly. No, i cani non c'entrano nulla: si tratta di un gioco di parole - ai quali del resto Antica Contea ci ha abituati, a partire dalla What Stay in the Soup - nato dal triestino "Do gingilli", "due palle", sia dell'albero di Natale che di ben altra natura. Quando Andrea mi ha messo il bicchiere tra le mani, mi sono quasi chiesta se mi avesse versato del vin brulè: perché questa birra, in tutte le fasi, è un tripudio di chiodi di garofano, cannella e zenzero. Mi sono trovata d'accordo con Andrea nel constatare che la Doggin' Gilly non ha ancora trovato il suo equilibrio, e che una maturazione più lunga sicuramente aiuterà; chissà, magari sarà pronta proprio per Natale.
Da ultimo, una nota di merito a Giulio in primo luogo e anche a tutti gli altri organizzatori, per aver saputo mettere in piedi una serata semplice e gradevole, dimostrando che le idee buone non necessariamente sono complicate e che fare squadra è una di queste.

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