giovedì 15 ottobre 2015

Datemi la ipa più speciale che c'è

Ieri sera ho fatto ritorno dopo tanto tempo al Samarcanda, accolta come sempre con calore da Beppe e Raffaella. Dopo i saluti si sono aperte come sempre le discussioni sul che cosa bere: che - con Beppe in particolare - finiscono spesso per diventare lunghe e dotte dissertazioni sulle birre che il locale offre, sulle birre in generale, e magari pure sui massimi sistemi. Ma va bene così, quando si entra in certi giri le riflessioni elaborate - qualcun altro le chiamerebbe seghe mentali - su ciò che si beve diventano parte del gioco. E così, dopo aver passato in rassegna buona parte del repertorio, Beppe se n'è uscito con un: "Ve la propongo io una chicca. Una delle ultime bottiglie rimaste, e non so se e quando riuscirò a farmene arrivare delle altre". Se fosse un'offerta, un ultimatum, o un'astuta tecnica di marketing, non era dato sapere; ma mi sono fidata, dato che non sono mai rimasta delusa delle sue proposte.

Trattasi della ipa dell'americana Ale Smith Brewing Company, marchio che, per quanto conoscessi di fama, non avevo mai provato (essendo appunto di non facile reperibilità). Da sotto il cappello di schiuma pannosa, densa e fine, salgono degli aromi che in prima battuta evidenziano l'erbaceo e il citrico, ma poi - e sempre più al salire della temperatura della birra - lasciano spazio a quelli di frutta tropicale, con addirittura una punta di malto che ricorda i mieli più amari, tra l'acacia e il castagno: due aspetti che raramente vengono tenuti insieme, e che, per quanto non si armonizzino, allo stesso tempo non si danno il cambio in modo "traumatico" creando l'impressione di cozzare. Anzi, la parte più dolce apre la strada al malto che predomina al palato per un brevissimo tratto, per poi virare subito sull'amaro persistente tipico delle ipa sugli stessi toni dei primi aromi. Insomma, aveva ragione Beppe, si tratta davvero di una creazione assai particolare; di quelle che ci si può aspettare di trovare in locali che, come il Samarcanda, optano per una lista birre ricercata che punta a trovare la qualità tra quelle meno diffuse e conosciute, e spesso diffficilmente reperibili.

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