Dicevamo poi di Meni, dove una novità c'è: la versione estiva della loro lager chiara Durgnes, più leggera nel corpo, tanto da far apparire anche la luppolatura più delicata, tra l'agrumato e il floreale. E se Giovanni ha commentato che "Io la mezza pinta di questa qui manco la servo", una ragione ci sarà: davvero, complice il grado alcolico basso e la chiusura fresca, scende che è un piacere.
Da ultimo Foglie d'Erba di cui ho provato la tripel Gentle Giant e la imperial stout Songs from the wood. Nella prima devo dire che quasi non ho riconosciuto il tocco di Gino, che di solito ama luppolature di ben altra caratura: qui però in ossequio allo stile ha fatto una birra in cui il luppolo rimane celato, per lasciare spazio alle note maltate di biscotto e caramello, pur senza indulgere nel dolce preferendo una chiusura secca. Tripel sì ma tutt'altro che stucchevole dunque, e di beva relativamente facile nonostante la complessità e gli 8 gradi alcolici.
La Songs from the wood sicuramente non delude le aspettative di chi ad una imperial stout chiede profumi e sapori molto intensi di liquirizia, caramello e cacao: perché ci sono tutti - autentico cacao compreso -, insieme alla vaniglia come nella breakfast edition della Hot night at the village. E se le stout sono nate come versione più forte delle porter (e le imperial stout come versione ancor più forte delle stout), la Songs from the wood può dirsi la "sorella più grande" della Hot night at the village: se quest'ultima vi è piaciuta, nella imperial stout troverete gli stessi aromi e sapori notevolmente amplificati. Grado alcolico compreso perché qui si toccano i 10: occhio alla patente, e prosit!


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