venerdì 29 luglio 2016

Dove canta la rana

Come nome per una birra è piuttosto stravagante; ma non starò a raccontarvi come mai Giulio Cristancig, del Birrificio Campestre, ha chiamato così la sua nuova birra - essendo il nome stato ispirato da quella classica goliardata con gli amici che tendenzialmente si preferisce non diffondere. Al di là dei retroscena, Giulio ha presentato la sua ipa - la prima ipa della casa - la sera di venerdì 29, nel chiosco estivo attiguo al birrificio; ed ho visto, peraltro con piacere, un buon giro già dalla prima serata, a testimoniare che il giovane birraio si è guadagnato nel giro di poco più di un anno di attività una buona cerchia di estimatori.

Venendo alla ipa in questione, lui la definisce "sCravagante" - ispirandosi alla rana, appunto - essendo piuttosto insolita all'interno del genere: e già ancor prima che la bevessi me l'ha descritta come "volutamente sbilanciata verso l'amaro" - con hallertauer magnum, chinhook e polaris - e originale anche in quanto ad aroma, unendo al fruttato del mosaic e dello huell melon i toni più balsamici e leggermente speziati del polaris; richiamati poi da una punta di coriandolo e di pepe nero, aggiunti all'insieme. Ce n'era di che incuriosirmi, per cui ho portato il bicchiere alle labbra - o meglio, al naso, per prima cosa.

Inizialmente, a dire il vero, la bassa temperatura non ha reso giustizia all'aroma, già di per sé tenue e delicato; ma sono poi saliti, nel'ordine, prima i profumi di agrumi, poi quelli di coriandolo e spezie, ed infine quelli di frutta tropicale - in particolare melone, come il nome del luppolo huell melon fa intuire. Anche il corpo a basse temperature risulta molto esile, oserei dire sin troppo evanescente; anche qui però attendere un attimo aiuta, finché non compare un pur moderato miele al palato dato dai malti - base di pale ale e carapils. La dolcezza, però, dura solo un attimo: arriva infatti subito una chiusura amara molto secca, netta e persistente con una leggera nota piccante di pepe nero che risulta comuqnue armonizzata con l'insieme. Mi sono azzardata a dire che abbinerei questa birra ad una macedonia, perché al tempo stesso la contrasta e la accompagna - grazie all'amaro da un lato e i toni fruttati dall'altro. Nel complesso l'ho trovata una birra ben studiata, e in fin dei conti non poi così sbilanciata sull'amaro nonostante i 54 ibu - se non a basse temperature. Io mi sono azzardata a dire che verrà apprezzata soprattutto d'estate, data la facilità di beva e i 4 gradi alcolici; trattandosi di una birra pulita e gradevole, comunque, non c'è motivo di credere che non sia buona per tutte le stagioni...

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