Sempre nel periodo di Natale, mettendo finalmente in pratica un consiglio che da tempo mi era stato dato, sono andata ad esplorare la birreria Nidaba di Montebelluna. Già il banco e la lavagnetta all'ingresso sono roba da far girare la testa: diciotto tra spine e pompe con altrettante birre artigianali italiane ed estere, sia fisse che a rotazione. Inutile dire che la scelta di che cosa bere è stata lunga e laboriosa, per quanto io e i miei accompagnatori avessimo usato la tattica diplomatica di prenderne una diversa per ciascuno - e piccola, lasciando spazio per un eventuale secondo giro.
In listino c'erano nomi più e meno noti: una buona scelta da Le Baladin, Birrificio Italiano - personalmente ho optato per un'intramontabile come la Tipopils - ed Elav - su tutte la Techno, una double Ipa da 9 gradi con un solo malto e un generoso dry hopping (per i non adepti, il luppoloi aggiunto a freddo, dopo la bollitura, a scopo aromatico); ma anche dall'estero la presenza era nutrita, con Dupont, Nogne, Thornbridge e diversi altri. Di quest'ultimo ho provato la Kipling (la bottiglia nella foto è solo per amor di etichetta, l'ho bevuta alla spina), una "South Pacific Pale Ale" - ormai le definizioni si sprecano -, incuriosita dall'uso di un luppolo che non conoscevo, il Nelson Sauvin, che - da descrizione - dovrebbe ricordare l'aroma di uva spina tipico del Sauvignon Blanc, da cui prende il nome. Ammetto di saperne poco di vini, per cui non saprei dire se davvero ricordi un Sauvignon; certo si nota che la luppolatura è particolarmente fresca e fruttata, pur con un finale nettamente amaro, rendendola una birra non molto corposa e ben dissetante.
Non ho provato birre in bottiglia, ma anche lì - tra belghe, italiane e scozzesi - la scelta non manca: dalle Boon, alle Traquair, a più o meno tutto il parco Baladin. Insomma, non ci sono scuse, se capitate da quelle parti un qualcosa che vi piacerà lo troverete. Curata nel servizio anche la cucina, sia per i piatti che per gli snack: indubbiamente chi li prepara ha gusto artistico oltre che abilità culinarie, dato che vengono serviti come delle piccole opere d'arte. Ultima nota di merito alla spinatura: fatta a dovere - sia quella a spina che quella a pompa -, prendendosi il tempo necessario ad ottenere il risultato ottimale. Unico neo della serata, la folla: vabbè, era un sabato sera alle 21 e quindi non avrebbe dovuto sorprendermi, ma davvero abbiamo dovuto letteralmente sgomitare fino al banco per poter riuscire a dissetarci. D'altronde, se è così frequentato, un motivo ci sarà...
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