Dato che iniziavo a sentire la mancanza di una qualche birra nuova - non è che non abbia bevuto nulla per tutto questo tempo, cosa credete, è che erano tutte birre già conosciute...- ho optato per una puntatina in Brasserie, tanto più che da tempo non mi facevo vedere da quelle parti; e così come di consueto ne ho approfittato per provare la birra a rotazione, in questo caso la Stray Dog di Toccalmatto, una session ale inglese.
Dalla descrizione prometteva bene, tenuto conto che avevo una gran sete: veniva infatti definita "un'ambrata molto beverina", con "note di agrumi". Anche il grado alcolico basso (4,2) la qualificava come birra indicata in caso di gran caldo, per cui ho preso in mano il bicchiere fiduciosa.
In effetti è una birra insolitamente fresca all'interno del panorama delle ambrate, con note non solo di agrumi ma anche di frutta tropicale ben marcate sia al corpo che all'olfatto, al quale risaltano molto bene anche i luppoli. Nonostante non risulti particolarmente amara all'inizio, il finale ben secco prepara la bocca a una persistenza quella sì tutt'altro che dolce, in cui mi è sembrato di percepire anche una punta di acido: il che, pur non essendo particolarmente nelle mie corde a livello di gusti personali, riconosco che è una degna chiusura a quanto descritto sopra. Per quanto la mia preferita di Toccalmatto rimanga la Grand Cru - seguita a ruota dalla Zona Cesarini -, direi che anche in questo caso il birrificio di Fidenza ha fatto un buon lavoro.
Occhio però a non esagerare: essendo così beverina e poco alcolica va giù che è un piacere, specie se di fronte a te hai una birraia che ti rabbocca il bicchiere perché "prima ti ho dato troppa schiuma, aspetta che ti aggiungo un po' di birra sennò non bevi niente". Quando si dice la generosità...
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