Venerdì scorso, cogliendo l'occasione del primo anniversario dell'apertura, sono tornata all'Agriristoro Stazione Gjulia - di cui avevo già parlato in questo post. Anche in questo caso sono stata accolta dal birraio e berisommelier Doemens Mirco Masetti, che mi ha guidata in una carrellata sulle birre prodotte - e in particolare su quelle che non avevo provato nelle precedenti visite, o che presentavano delle differenze nella ricetta.
Ho iniziato dalla Helles, un esemplare limpido, sobrio e pulito dello stile: luppolatura tedesca d'ordinanza di toni discreti su altrettanto discreti aromi di pane fragrante, senza alcuna nota di dms - e mi riferisco a quelle definite come "tollerabili per lo stile", che in effetti spesso si riscontrano. Fresca e dal corpo snello, amaricatura finale presente quel tanto che basta ad essere percepita e non persistente. Per chi cerca una Helles semplice e "da manuale", senza particolari caratterizzazioni specifiche - detto in altri termini: si sente che qui l'attenzione è posta non sul dare "carattere" alla Helles, ma sulla pulizia tecnica. Interessante sarà vedere le evoluzioni di questa birra quando, come anticipatomi da Mirco, grazie alla presenza di sette tank aggiuntivi da poco arrivati in birrificio sarà possibile allungare i tempi di maturazione (dalle attuali 4-5 settimane alle 6-7): l'idea è che ne guadagni ulteriormente in pulizia.Sono poi passata alla Weizen, a ricetta leggermente cambiata rispetto allo scorso anno e maturazione a 15 gradi: ne risulta un aroma decisamente esuberante di banana, che però non si traduce in una persistenza in bocca di questi stessi toni. Parliamo comunque di una Weizen particolarmente piena al palato, dai ricchi sapori di cereale, e chiusura acidula supportata dalla buona carbonatazione come da manuale. Significativa l'assoluta impenetrabilità alla vista di questa birra, data - assicura Mirco sulla base delle analisi di laboratorio - non tanto dal lievito in sospensione ma dalle proteine. Una vera e propria fetta di pane, insomma, tanto più che "riempie" proprio la bevuta data la sua peculiare corposità - che comunque non incide negativamente sulla bevibilità: stiamo sì parlando di una Weizen in qualche misura meno "scorrevole" di altre, ma che rimane comunque all'interno dei canoni di freschezza dello stile.In terza battuta la Ribò, Iga con mosto di Ribolla Gialla. Rispetto ad altre Iga risulta qui più evidente la luppolatura in aroma, Hallertau Blanc, senza lasciare dunque che sia esclusivamente o quasi il vitigno a farla da padrone al naso: si punta qui piuttosto ad un - ben riuscito, a mio avviso - connubio tra le due componenti, che gioca tra il fruttato - uva, frutta tropicale, frutta gialla - e l'acidulo - con tanto di qualche reminescenza agrumata. Anche qui, in ossequio all'impronta tedesca del birraio, si percepisce chiaramente l'intento di fare una birra di facile beva: corpo sempre scorrevole, tra il cereale e una nota fruttata di mosto - che in ogni caso non arriva mai a diventare il protagonista - con la "sorpresa" però di una chiusura tendente al dolce, per quanto non persistente né "zuccherosa" - tale dunque da pregiudicare la freschezza e l'equilibrio complessivi.Da ultimo sono tornata su quella che viene definita come Ambrata, una Festbier, che ricordavo mi aveva parecchio sorpresa l'anno scorso. E in effetti confermo la sorpresa per una birra sui generis e dai toni parecchio vivaci: si va dagli aromi erbacei dei luppoli inglesi a quelli tostati, a un corpo ben pieno ma scorrevole che gioca tra crosta di pane ben cotta, biscotto e caramello, all'amaricatura verace che arriva a chiudere la bevuta - più incisiva e persistente di quanto me la ricordassi. Una birra che va quasi più incontro ai gusti di chi ama le bitter e in generale la tradizione britannica - a cui vuole infatti strizzare l'occhio - che a chi ama quella tedesca, che predilige equilibri tra cereale e luppolo giocati su toni meno esuberanti.Grazie di nuovo a tutto lo staff di Gjulia e in particolare a Mirco Masetti per l'ospitalità e l'interessante confronto. Da segnalare, per le famiglie con bambini, la disponibilità di uno spazio gioco all'esterno - cosa di cui non ho mai colto davvero l'importanza finché non sono diventata mamma io stessa...
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