martedì 6 giugno 2017

Tra le cime delle Dolomiti

Qualche giorno fa è apparso Giornale della Birra un mio articolo sul birrificio Monpiër di Ortisei: al di là di quanto già scritto, aggiungo alcune considerazioni più personali riguardo al pomeriggio che ho passato lì.


La visita è iniziata con l'accoglienza da parte di Thomas e la possibilità di assistere ad una piccola lezione a beneficio dei dipendenti del locale: una cosa che a La Betüla sperimentavano per la prima volta, ma che chissà, può preludere a momenti di formazione continua per cuochi e camerieri - cosa che personalmente auspico, essendo cruciale per un brewpub; e che anche solo come sperimentazione fa comunque onore alla buona volontà della squadra.

Riguardo alle birre,quella che più mi è apparsa ben riuscita è stata la ale chiara Sasplat: corpo pieno di cereale, nota leggera di miele, aromi eleganti di luppoli tedeschi e finale secco di un persistente amaro floreale. Può ben rappresentare la buona riuscita dell'intento di Thomas di controllare al meglio un lievito ad alta fermentazione a temperature più basse, minimizzando la componente degli esteri, raggiungendo nel contempo un buon equilibrio e una birra pulita che ricordi le helles tedesche.

In stile e senza particolari annotazioni da fare la Odles, ale ambrata dai classici toni tra il tostato e il caramello, con note di nocciola sul finale; mentre devo ammettere che mi ha lasciato qualche perplessità la weizen Meisules, volutamente fuori stile - Thomas mi ha riferito di essersi ispirato alla Die Weisse di Salisburgo. I classici aromi di banana sono infatti praticamente assenti, preferendo lasciare spazio ad una luppolatura agrumata e ad un finale citrico, forse fin troppo per i miei gusti. Certo l'intenzione era quella di fare appunto qualcosa di diverso da una weizen, e che rimanesse fresco e beverino; però ho avuto l'impressione che le varie componenti - il frumento pur ben percepibile, e la parte più agrumata sia in aroma che nel finale - tendessero a non armonizzarsi al meglio.

In quanto alla cucina, i piatti erano senz'altro - oltre che gustosi - anche ben presentati - nella fattispecie abbiamo provato la tartare di manzo e le costicine di maiale alla birra. Curiosità finale, il birramisù alla Odles: non aspettatevi il classico birramisù alla stout, però comunque la Odles, con i suoi toni caramellati ma senza risultare eccessivamente zuccherina, si accompagna bene ai biscotti e alla crema.

Nota di merito infine all'arredamento, curato da Diego Perathoner, e realizzato interamente con materiali di recupero: e il merito sta essenzialmente nell'aver messo insieme con gusto elementi di per sé eterogenei.

Concludo con un ringraziamento a tutto lo staff de La Betüla per la calorosa accoglienza e l'ottimo servizio: un locale giovane e che in quanto tale sta ancora costruendo la sua strada, ma che senz'altro presenta buone potenzialità.

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