Il rapporto tra birra artigianale e gdo è da tempo sotto i riflettori. Tra chi lo avversa pervicacemente, a motivo dello svilimento del prodotto e dei rapporti di forza impari che si creano tra grandi gruppi e piccoli birrifici, e chi invece vi vede una via per avvicinare al mondo dell'artigianale una fetta di mercato che altrimenti vi rimarrebbe lontano, le posizioni sono antitetiche. Senza contare quelle intermedie: se c'è chi non ha remore a comparire con il proprio marchio, c'è chi invece preferisce entrarvi solo con una linea dedicata - creata in beerfirm o comunque esclusivamente per questo canale. Pochi giorni fa, entrata in un negozio della grande distribuzione, non ho potuto non buttare l'occhio sullo scaffale "birra artigianale"; dove ho trovato appunto alcune birre che rispondevano a questo secondo caso. Ho verificato in etichetta chi fossero i birrifici produttori e li ho contattati: il primo (e per ora unico) a rispondermi è stato uno che chiede di rimanere anonimo perché "Molti distributori e grossisti
del mercato horeca (ossia quello tradizionale) sono pronti a
eliminare dai loro listini un birrificio che si approcci troppo
apertamente alla grande distribuzione". Rispetto quindi questa sua volontà, riportando semplicemente le risposte alle mie domande.
Come siete arrivati alla scelta di entrare nella gdo, e come mai non con il vostro marchio?
Fin dai primi anni del birrificio mi sono posto il problema di
approcciare la gdo, in quanto la maggior parte dei consumi di birra avviene tramite questo canale. Per cui se si spera
di raggiungere un certo equilibrio dimensionale è fondamentale
valutare anche questa strada. I primi approcci sono però stati
deludenti, perchè quando in una città riuscivamo a inserire la birra
in un supermercato, immediatamente scattavano le lamentele del
canale tradizionale: per cui alla fine dovevamo tornare sui nostri
passi. Alcuni marchi più forti, ad esempio Baladin, riescono a resistere su entrambi i canali perché la popolarità raggiunta garantisce che né l'uno né l'altro li voglia perdere; purtroppo invece, per i marchi più piccoli, il mercato tradizionale
vede nella difficile reperibilità del prodotto da parte dei
consumatori un valore aggiunto; e quindi pretende che non si trovino
facilmente (non solo nei supermercati, ma nemmeno nei bar più
semplici, o in altre situazioni "easy"). Per questo motivo, almeno per ora, lasciamo che in gdo arrivino
solo birre prodotte per beer firm o distributori specializzati in
questo canale, lasciando le ricette e i prodotti a nostro marchio ad
uso esclusivo del canale tradizionale. Questo è un grosso limite per la crescita, mentre all'estero questa
dicotomia è molto meno sentita: si pensi ai mitici Brewdog per cui
l'entrata nella catena di distribuzione Tesco è stata la scintalla
che ha innescato la loro crescita dimensionale.
Quali sono i vantaggi e quali viceversa le condizioni che la grande
distribuzione impone e che possono "stare strette" ai birrifici
artigianali (tempistiche delle forniture, esigenze
di shelf life e conseguente qualità del prodotto, prezzo, ecc)?
Per la mia esperienza non è vero che la Gdo tratta i prodotti
peggio della distribuzione tradizionale. Ho riscontrato invece che
molto spesso i buyer richiedono ad esempio un'analisi
microbiologica del prodotto che stanno per acquistare (cosa che non
mi è mai stata chiesta da un grossista), o pretendono nel contratto
che vengano inviati lotti di prodotto non prima di una certa data. E' vero che la gdo non conserva la birra artigianale in celle, ma
è anche vero che quasi nessun grossista lo fa: quindi il
problema è comune, e il birraio deve saper scegliere quali dei suoi prodotti possono
superare meglio un certo periodo a temperatura ambiente.
Per quella che è la vostra esperienza sinora, ritenete possa essere un
buon modo di avvicinare dei consumatori che altrimenti non proverebbero
la birra artigianale, o ritenete che possa "sviare" e fare il gioco delle crafty (birre industriali che imitano le artigianali, ndr)?
Credo che la birra artigianale in gdo possa avvicinare molti
consumatori a questo mondo, anche se - questo è vero - per contro darà credibilità ai
prodotti crafty che di solito
vengono messi nello stesso comparto. Ma questa è la vita. Ci si
trova a condividere gli spazi con i concorrenti, e bisogna dimostrare
con la qualità del proprio prodotto che il prezzo leggermente più
alto è giustificato.
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