mercoledì 22 marzo 2017

Birra nera e ostriche, le mie impressioni

Ho avuto il piacere di condurre venerdì scorso al Plus di Portogruaro la degustazione "Birra nera e ostriche", promossa dal Birrificio B2O - con la presenza del birraio Gianluca Feruglio -  e dallo spazio di coworking di cui sopra, con la partecipazione del Benaco 70 e Birra di Meni. Per il resoconto della degustazione rimando al post pubblicato sul sito del B2O; qui mi limito a qualche considerazione che la degustazione mi ha suscitato.


Innanzitutto, ho trovato indovinata la scelta delle birre sotto il profilo "didattico": tre birre nere sì, ma diversissime l'una dall'altra - una schwarz "sui generis" la Pirinat di Meni, una stout la Renera di B2O, e una porter torbata la Smoked Porter di Benaco 70. Per chi quindi si fosse sempre e solo limitate alla classica stout di impronta Guinness, l'occasione era ottima per scoprire che varietà di stili e sottostili si celino sotto al comun denominatore del colore nero.

In secondo luogo, le ho trovate essere tre birre che esprimono bene la "personalità", se così la possiamo definire, di ciascun birrificio e ciascun birraio. Ricca e robusta ma con una pulizia e "austerità" di fondo la Pirinat, a conferma del fatto che Meni gioca sì anche con sapori forti, ma rifuggendo "fronzoli" eccessivi; morbida e raffinata la Renera, con i toni di caffè, cacao e liquirizia che si armonizzano nel finale liquoroso e secco al tempo stesso - "emanazione" di un birraio che mi ha a volte dato l'idea di uno stilista che cerca di vestire le birre alla sua elegante maniera, spingendosi magari anche sulla linea del fuori stile (penso ad esempio alla Jam Session). Sperimentale infine, ma senza allontanarsi dallo stile di riferimento, la Smoked Porter: in coerenza con un birrificio che ha chiamato le sue birre con i nomi degli stili, pur senza esimersi dal darvi il proprio tocco.

In quanto all'abbinamento, ammetto che quello tra Pirinat e ostrica gratinata - per quanto azzeccato nell'usare il pane come "trait d'union" tra l'ostrica e il tostato della birra - ha forse scontato un po' il sapore molto deciso della gratinatura; che è arrivato quasi a sovrastare quello di una birra pur robusta, e che venerdì ho trovato peraltro particolarmente "in forma". Classico il secondo tra ostrica al naturale e Renera, che ha esemplificato in una maniera "da manuale" il contrasto tra il sapore del mare e quello dei malti scuri; e "da manuale" anche l'ultimo, che ha accompagnato con i sapori torbati la nota affumicata della pancetta. Al di là di questo, c'è da dire che parliamo di tre birre che si prestano ad essere apprezzate appieno anche da sole: cosa che del resto c'è stata la possibilità di fare, non essendo la quantità di ostriche tale da "assorbire" l'intero bicchiere.

Un complimento lo riservo poi al cuoco Paolo Gianola, che ha fatto un lavoro di fino tra ostriche, risotto al nero di seppia e focaccia, e a tutto lo staff del Plus.

Per concludere, interessante come sempre lo scambio che si crea tra conduttore della degustazione, birraio e partecipanti in questi casi: un confronto che non si è limitato alle birre nere, ma a questioni molto più ampie che hanno toccato l'iintero settore della birra artigianale italiana. Una volta di più un'occasione per fare cultura, che sarà tanto più valida quanto più riusciremo a portare queste degustazioni al di fuori dei loro spazi usuali.

Un ringraziamento a Vudù Films per le immagini.

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