lunedì 24 ottobre 2016

Alla corte degli Scaligeri, parte seconda

Trovandomi in zona Verona, ne ho approfittato per una visita al birrificio Mastino: sono così passata dai Mastino e Cangrande "storici", su cui mi ero documentata al museo di Castelvecchio, a quelli birrari, con il mio passaggio allo stabilimento di San Martino Buon Albergo. Qui ha sede la produzione dal 2013, una volta lasciato l'impianto di Mezzane: che comunque non è rimasto inattivo, perché lì vengono ancora fatte le fermentazioni spontanee e tenute le botti (così anche da evitare contaminazioni in birrificio, aspetto non certo secondario).

Dopo la calorosa accoglienza da parte di Oreste, sono passata alla zona produzione. Devo dire che, rispetto alla media dei birrifici artigianali che mi è capitato di visitare in zona, mi ha colpita per l'ampiezza: oltre 600 metri quadrati, in cui trovano spazio un impianto da 30 hl (la produzione annua è al momento poco sotto i 2000 hl), una cella alla temperatura costante di 18 gradi per lo stoccaggio (anche delle isobariche, che vengono infustate in modo tale da avere carica batterica zero), sei fermentatori e otto tank per la lagerizzazione (tenuti a zero gradi). La curiosità dell'impiano è che è stato concepito in collaborazione con il produttore come "impianto pilota", pensato in modo tale da essere "modulare": ai tre tini attuali, ha spiegato Oreste, può in futuro esserne aggiunto un quarto, arrivando a raddoppiare la produzione attuale grazie al "gioco" di doppie cotte. Una collaborazione che, a suo dire, si sta rivelando fruttuosa per entrambe le parti perché da un lato permette al birrificio di farsi fare l'impianto "su misura", e dall'altro al produttore di usarlo come test e vetrina (tanto che porta alcuni clienti a vederlo all'opera). Al Mastino, a quanto pare, questo genere di collaborazioni piacciono: Oreste ci ha riferito ad esempio che sono stati tra i primi in Italia a collaborare con la belga Enzybras per la sanificazione degli impianti grazie agli enzimi. Nei progetti futuri c'è poi un laboratorio: il birrificio già dispone di strumentazione che consente di effettuare analisi di base, ma l'intento è quello di farne arrivare altra. Insomma, l'impressione che ho avuto parlando con Oreste è stata quella di un birrificio che, complice l'esperienza già maturata con lo stabilimento precedente, presta un'attenzione ancor più meticolosa di altri a tutti quelli che sono gli aspetti tecnico-logistici e a quello che può essere il futuro.

Naturalmente a quel punto non poteva mancare un assaggio di birra direttamente dai tank. Abbiamo iniziato dalla Monaco, che al Mastino considerano uno dei propri fiori all'occhiello in quanto stile caduto in disuso e tenuto vivo da pochi. All'aroma si notava che, per quanto non "prematura", era ancora birra giovane (e del resto va bevuta come tale): al naso, oltre ai toni maltati di biscotto e crosta di pane, personalmente ho sentito una lieve punta di lievito. Per quanto in bocca siano appunto questi toni di malto a dominare, rimanendo comunque lievi e morbidi, la chiusura è di un amaro altrettanto morbido ma allo stesso tempo deciso, senza compromessi verso la dolcezza precedente: il finale è quindi ben pulito, senza che la maltatura risulti stucchevole, cosa che del resto lo stile richiede. Da bere a litri e senza stufarsi, dote non sempre scontata nelle birre in cui la componente preponderante è quella dei malti. Siamo poi passati alla pils Milledue91, che già avevo descritto qui; e che ha confermato anche da tank le impressioni che già avevo avuto alla spina (anzi, se proprio volessimo trovare una differenza, complice la temperatura più bassa, è apparsa ancora più secca e meno amara).

La visita si è poi conclusa nel piccolo spaccio e tap room, dove oltre alle birre a marchio Mastino fanno bella mostra di sé quelle di "Giulietta e Romeo" - kolsch, altbier e belgian ale al riso -, altro marchio che il birrificio firma e che è "figlio" di "Birra Verona", marchio di uno storico birrificio cittadino chiuso ormai da tempo che il Mastino aveva rilanciato qualche anno fa.

Concludo con un ringraziamento a Oreste, Mauro e a tutti i collaboratori per la calorosa ospitalità.

2 commenti:

  1. Cara Chiara, ho appena scoperto il tuo blog e volevo complimentarmi con te perche lo trovo molto interessante! Hai trovato una bella nicchia dove cimentarti e diventare un riferimento. In bocca al lupo per gli sviluppi del tuo blog! Noi abbiamo un blog dedicato alla cucina veneta e alle sue tradizioni. Passa a trovarci se ti va, spero comunque di conoscerti di persona un giorno. Un caro saluto, pamela

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    1. Grazie! Anch'io ho appena scoperto il vostro ;-) Sarà un piacere conoscerci!

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