lunedì 18 gennaio 2016

Una visita in quel del Jeb

Ho approfittato del fine settimana per cogliere l'invito di Chiara Baù - pioniera delle quote rosa nel settore con l'apertura del microbirrificio Jeb nel 2008 (per chi volesse approfondire, suggerisco questo intereressante articolo di Nonsolobirra.net) - a farle visita in quel di Zegna, frazione di Trivero (Biella), posizionata in un punto panoramicamente strategico - con vista sul Monte Rosa a Nord, e Appennino e Alpi liguri a sud. Temevo ormai di essermi persa, complici le bellezze del luogo che distraggono l'attenzione dalle indicazioni del navigatore, quando due furgoni "griffati" e un cartello ben visibile mi hanno confermato che ero arrivata alla meta.

All'esterno ad accogliere i visitatori c'è un gazebo ispirato all'Osteria senz'oste, idea nata nel valdobbiadenese, in cui è possibile servirsi direttamente dal frigorifero lasciando il relativo importo in una cassetta - tutto è già scontrinato, non c'è spazio per i dubbi sull'importo. Un rischio d'impresa e una fiducia nei clienti che pare comunque essere stato premiato dato che, a quanto mi ha riferito Chiara stessa, gli episodi "spiacevoli" - definiamoli così - sono stati pochi, e il giro di persone che in tutta onestà approfitta di questa opportunità è buono.

Lo spazio degustazione interno è allestito con gusto, nonché con bottiglie della casa - c'è anche la versione da due litri, vuoto a rendere, anzi a ri-riempire - e gelatine alla birra e prodotti da forno realizzati da una pasticceria del luogo. L'attenzione ai prodotti locali è uno dei fili conduttori che si colgono durante la visita, e non solo perché la birra è prodotta con l'acqua della sorgente vicina.

Chiara ci ha infatti fatto assaggiare una selezione di ciò che lo spazio degustazione offre per accompagnare le birre, e devo dire che per gli appassionati di formaggi e salumi "veraci" non mancano le opzioni interessanti. Il tagliere che vedete nella foto comprende la caciotta di un'azienda agricola locale, due tipi di robiola - una di latte vaccino e una di capra - affinate nella cantina di Chiara, formaggio Macagn - una tipicità locale presidio Slow Food -, una bresaola e uno spallaccio di maiale al pepe, salame e pancetta. Il tutto degustabile sia da solo che infilato secondo diversi abbinamenti nelle miacce (che vedete nella foto sotto), sorta di piadine sottilissime e non lievitate (di cui esiste anche la versione dolce).

A questo punto si poneva un problema davvero arduo: scegliere la birra, perché tra sapori così diversi, trovarne una che vada bene per tutto è un'impresa. Le opzioni erano sostanzialmente due: andare su qualcosa di molto "generico" (passatemi il termine), come la Bionda e la Rossa - una Blonde ale di ispirazione belga e una English Red Ale, come i nomi stessi suggeriscono; nel qual caso avrei optato decisamente per la seconda, che si accompagna meglio della prima a formaggi e insaccati di questo genere -, oppure non curarsene affatto e scegliere la birra che più mi ispirava. Ho beceramente optato per questa seconda possibilità con la Saison n.5, una girandola di cardamomo e arancia che si impongono con decisione all'olfatto, per lasciare poi spazio ad un corpo relativamente esile in cui fa il suo ingresso una nota di frumento, e ritornare in piena forza nella chiusura intensa ma non troppo persistente. Come per tutte le speziate e le aromatizzate del Jeb - dalla Brulé, alla Maya, alla Stella -, la spezia o aromatizzazione che sia c'è e si deve ben sentire; il che, se da un lato ha la controindicazione di essere magari gradita solo agli appassionati di quei sapori, ha nel contempo il pregio di non superare la sottile linea rossa dell'eccesso. Anche nella Maja al miele di rododendro, pur nella mia personale preferenza per sapori meno dolci, riassaggiandola ho trovato la conferma che si tratta comunque di una birra che non definirei stucchevole.

La giornata si è conclusa, giusto per la cronaca, al ristorante La Barrique di Guardabosone - dove ho provato (e apprezzato) per la prima volta la Bagna Cauda, tipico piatto piemontese, insieme ad un tortino di peperoni - che tiene anche le birre Jeb: abbiamo così anche avuto modo di vedere un "sistema valle" che, dal birrificio al B&B, funziona in maniera coordinata per accogliere i visitatori. E qui aggiungo un'ultima nota di ringraziamento a Chiara per l'ottima accoglienza e ospitalità, che ha decisamente scaldato l'anima (e il corpo, viste le temperature non propriamente miti) dopo il lungo viaggio fino a lì.

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