sabato 9 gennaio 2016

Le gioie dell'ozio

Tra gli inviti ricevuti per il periodo natalizio c'era anche quello di Birra Camerini, di cui Giampaolo, uno dei titolari, era ansioso di farmi assaggiare la novità di quest'anno. Trattasi della Oziosa, versione barricata della Gioiosa - una birra natalizia che già avevo avuto modo di assaggiare lo scorso anno, contraddistinta dall'utilizzo nel mosto di prugne e albicocche secche, zenzero, cannella e miele di melata -, fatta riposare per sei mesi in botti di amarone della Valpolicella. Inutile dire che non potevo non essere curiosa, così mi sono messa in viaggio fino a Piazzola sul Brenta.

Lì Giampaolo e Franco mi hanno accolta allo stand di Camerini al Christmas Village, nella splendida cornice di Villa Contarini; e, giusto per non farmi mancare nulla, mi hanno fatto anche assaggiare la birra brulé - la loro belgian dubbel Bisbetica, scaldata e aromatizzata con anice, chiodi di garofano, pepe, cannella e buccia d'arancia. Siamo però presto venuti al dunque con la Oziosa, nome che Giampaolo ha giustificato con l'ispirazione al concetto latino di otium: il tempo cioè dedicato al riposo, allo svago, alla ricerca intellettuale. Non a caso le bottiglie di Oziosa sono accompagnate da un collarino descrittivo in forma di segnalibro, come invito a sorsegiare un bicchiere mentre ci si diletta con una buona lettura. A colpire è in primo luogo l'aroma: l'amarone ha lasciato in eredità alla birra delle note liquorose di marasca, oltre che un leggero sentore tannico e "legnoso" - come l'ho definito scherzosamente - del barrique, che sembra quasi di avere lì sotto il naso. In bocca è molto calda, unendo sia le note maltate più vicine al whisky a quelle alcoliche più proprie del brandy; che, pur essendo tanto forti da coprire quasi del tutto le spezie presenti originariamente nel mosto, non risultano invadenti nel finale, chiudendo in maniera "coerente" una birra dal corpo sorprendentemente esile per questo genere e per questa gradazione - 9 gradi -, e dalla carbonatazione lievissima. Anche la persistenza è meno lunga di quanto ci si aspetterebbe; per cui, giusto per avere un termine di paragone, è decisamente più delicata e beverina di un classico barley wine.


Una barricata "abbordabile" anche a chi non fosse troppo avvezzo ai sapori forti - personalmente ho trovato assai più impegnativa la Gioiosa -; da bere magari davanti al caminetto, pur in questo inverno in cui il freddo pare non voler arrivare.

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