Come piacevole ricordo della Fiera della Birra Artiginaale di Santa Lucia di PIave, mi erano rimaste in cantina due bottiglie del Birrificio Pentra - di cui avevo già parlato in questo post: nella fattispecie la Castagn e la Patanai Piistiai, l'una alle castagne, l'altra con mosto di uva falanghina. Quest'ultima l'avevo già assaggiata e poi descritta nel post precedente, ma sia perché ne avevo un ottimo ricordo, sia perché all'epoca avevo una sensibilità diversa in campo birrario, ero assai curiosa di provarla di nuovo.
Già all'olfatto è ben percepibile l'aroma fruttato e acidulo del mosto, che esce dal cappello di schiuma sottile; un acidulo però che rimane assai discreto nel corpo, dove lascia più spazio ai toni maltati e liquorosi, senza tuttavia risultare alla fine di una dolcezza stucchevole. Complice sicuramente il ritorno in forze della nota acida in chiusura, a far sì che la persistenza sia "pulita" e non lasci la bocca impastata - anzi, invita piuttosto ad un altro sorso, in un connubio interessante tra birra e vino. Vino, sì: perché mi ha quasi fatto venire voglia di metterci insieme un cantuccino, come da tradizione con il vinsanto - non per dire che sia la stessa cosa, chiaramente, ma che accompagna gli stessi sapori.
Pochi giorni dopo ho invece stappato la Castagn, una ale dal colore ambrato come la precedente. Temo lo stato di conservazione non fosse ottimale - il che potrebbe essere anche colpa mia, per carità -, avendo colto un lieve odore di luce all'olfatto (per i non adepti: il cosiddetto "odore di puzzola", che non so quanti in realtà abbiano mai sentito, che si sviluppa appunto quando una birra subisce alterazioni causati dai raggi di luce - vi risparmio la spiegazione chimica su iso alfa acidi del luppolo & company). Fortunatamente era leggerissimo e non aveva pregiudicato il sapore, in cui si armonizzano i toni di castagna delicati con quelli di malto. Ammetto che appena stappata mi aveva lasciata piuttosto intrdetta la carbonatazione, a mio parere eccessiva; complice però il fatto che trattandosi di una bottiglia da 0,75 non l'ho finita in una volta sola (fa pur sempre quasi 7 gradi), ho fatto ciò che dicono non si dovrebbe fare mai, ossia tapparla e metterla in frigorifero. Mai eresia fu più felice: il giorno seguente una leggera ossidazione e la perdita di anidride carbonica l'avevano resa assai più interessante, con tanto di finale tra l'acidulo e il liquoroso che mi ha fatto pensare "però, questa qui, qualche mese in botte e vedi tu che spettacolo...". Accidenti, temo che tutti questi giri tra Arrogant Sour Festival, Notte Arrogante, eccetera eccetera mi abbiano rovinata....
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