venerdì 27 febbraio 2015

Come Camra comanda

Interrompo brevemente la serie sul Beer Attraction per dar conto di una chicca per intenditori che per la seconda volta - la prima era stata lo scorso novembre al Mastro Birraio di Trieste, questa il 25 febbraio alla Brasserie di Tricesimo - si è tenuta in Friuli Venezia Giulia: la spillatura di una birra in stile inglese direttamente da cask, che i birrai promotori - e produttori - del birrificio Antica Contea hanno battezzato "Come Camra comanda". Per i non adepti, Camra sta per "Campaign for real ale": un'associazione - ma potremmo definirla prima di tutto un movimento di pensiero - nato in Inghilterra nel 1971, con lo scopo di promuovere la birra tradizionale inglese. Tradizione che prevede metodi precisi di produzione e di servizio: e tra questi metodi di servizio rientra la spillatura direttamente dal cask, ossia dalla botte.


Ho provato a farmi spiegare dal birraio Costantino come funziona in dettaglio la cosa, ma si tratta di un procedimento così complicato che non avrei saputo ripeterlo nemmeno sforzandomi: semplificando al massimo, l'imboccatura in basso della botte viene chiusa con un tappo (detto keystone, "chiave di volta") inserito con un martello, e dall'apertura in alto ("shive hole") viene versata la birra con una piccola aggiunta di zucchero per farla rifermentare. Lo shive hole viene poi chiuso, e una volta terminata la fermentazione la birra viene fatta "sfiatare" per far uscire l'anidride carbonica in eccesso. Al momento di servire la birra, il keystone viene fatto saltare con un pesante martello, e nell'apertura viene inserito un rubinetto o una pompa. Insomma, ce n'era di che incuriosirmi; anche perché la birra in questione era la Dama Bianca, una Ipa - nel senso di "Isonzo Pale Ale" - la cui caratteristica che mi ha sempre colpita è l'aroma floreale particolarmente ricco. Provarla quindi spillata "come Camra comanda", così da poterla apprezzare al meglio, indubbiamente avrebbe meritato.

Come spesso accade quando si prova la stessa birra servita con sistemi diversi, ci si rende conto che "non è la stessa cosa": la Dama Bianca da cask infatti ha una carbonatazione molto più bassa, circa la metà - così come dovrebbe appunto essere per le ale inglesi - rispetto a quella alla spina o in bottiglia, il che fa sì che se ne apprezzi meglio il corpo fresco e agrumato, quasi acidulo, e delicato al tempo stesso. E, detto tra noi, fa anche sì che scenda che è un piacere: sette gradi e sentirne tre, dato che l'essere ben poco frizzante la rende ancor più beverina. Ho trovato che la persistanza sia più breve, ma più intensa, dato che non rimane il "sentore delle bollicine" che può andare ad influenzarla.

Una serata quindi che definirei "istruttiva", oltre che piacevole; si replica il prossimo 4 marzo al Mastro Birraio di Trieste alle 19, per chi è da quelle parti...

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