Si, va bene, lo so: il buon prof Mauro Coppola, alla scuola di giornalismo, i miei titoli li bocciava sempre, e sicuramente questo sarebbe andato incontro allo stesso triste destino. Però a mia discolpa posso dire che non ho tutti i torti, dato che la birra di cui sto per parlare ha a tutti gli effetti un nome latino: se non altro, ho dalla mia un dato di fatto. Per chi ha qualche vago ricordo del liceo, Natale si dice dies Natalis: e Natalis è infatti il nome della birra stagionale del birrificio Un Terzo, che ho peraltro avuto occasione di provare alla spina in Brasserie. Dato che le birre natalizie hanno sempre un tenore alcolico particolarmente elevato, e che quella sera nella stessa sede c'era anche l'incontro dell'Associazione Homebrewers Fvg - con relativa degustazione -, mi sono premurata di chiedere prima quanti gradi avesse (7,5, per la cronaca): ma vedendo la faccia compiaciuta di Enrico dopo il primo sorso, ho fugato ogni dubbio con un "Ma sì, fammene una!" (piccola, grazie).
La schiuma, di un nocciola chiaro che fa da contrappunto al nocciola scuro della birra, è fine ma non particolarmente persistente; quel che basta comunque a racchiudere una rosa di aromi piuttosto ampia - tra cui ho sentito in particolar modo la frutta sotto spirito e le spezie, con qualche nota liquorosa. Una complessità notevole confermata anche nel corpo caldo e robusto, che però ho trovato equilibrato e non troppo impegnativo: tanto che, per avere l'alcol che ha, è parecchio beverina. Per quanto predominino in chiusura i malti, non lascia in bocca quel dolciastro che a volte rende stucchevoli le birre di questo genere: per cui, per quanto naturalmente non possa fare la felicità degli amanti del luppolo e del suo amaro, quello dato dalla tostatura del malto fa comunque il suo mestiere. Ammetto che è stata una sopresa leggere poi a posteriori che la ricetta include anche il frumento maltato: probabilmente assai difficile da sentire nell'insieme, ma comunque parte della complessità della Natalis. Una complessità che ha il merito di non risultare eccessiva e di non "stomacare", passatemi il termine, e che mi ha fatto apprezzare anche quest'opera dell'Un Terzo.
Di birre natalizie comunque, a quanto pare, avrò modo di assaggiarne ancora: l'Associazione Hoebrewers Fvg ha organizzato per il 22 dicembre una sorta di "concorso interno", al quale mi sono ben volentieri offerta di dare il mio contributo nel giudicare. Dato - come dicevo sopra - il tenore alcolico medio di queste birre, per quanto auguri ogni bene all'Associazione, spero solo che non siano in troppi a concorrere...
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