martedì 2 dicembre 2014

Di Zanna non c'è solo quella bianca

Quando da diversi mastri birrai ti arriva a più riprese l'invito a conoscere un collega, dato che buona reputazione all'interno della categoria generalmente è sincera, non si può non coglierlo: così ieri mi sono messa in viaggio verso Gorizia - oltre che per salutare gli amici del Birrificio Antica Contea, beninteso - per conoscere Antonio Zanolin. Meglio noto agli intenditori come mastro birraio della Gastaldia di Solighetto (Treviso), dopo dieci anni di onorata esperienza il buon Antonio ha fatto ritorno qualche mese fa nella natìa Trieste per lanciare il suo marchio, Zanna Beer; e la Fiera di Sant'Andrea ha offerto l'occasione di uno spazio degustazione comune tra il giovane birrifico goriziano e l'ancor più giovane birrificio triestino. Oddio, in realtà è giovane anche il birraio; ma se l'azienda è "una startup" - parole sue -, lui in quanto ad esperienza non lo è affatto.

Al momento sono due le birre che Antonio produce, appoggiandosi all'impianto dell'agribirrificio Villa Chazil: la ale ambrata Savinja - dal nome della vallata slovena da cui arrivano i luppoli - e la Polaris, che Antonio ha battezzato "Adriatic kolsch" pur essendo in realtà una bassa fermentazione - "infatti penso cambierò il nome", ha confidato. Se c'è una cosa in cui si sente la maestria di Antonio, direi che è l'abilità nel gestire luppoli "impegnativi" - per sua stessa ammissione - ottenendo birre equilibrate e "pulite". La Savinja, dai profumi terrosi e di sottobosco pur con qualche sentore caramellato, rimane infatti molto delicata al palato e beverina - dopotutto fa poco meno di cinque gradi - chiudendo con una leggera nota maltata e rimanendo comunque discretamente secca; e ancor più beverina è la Polaris - dal nome del luppolo utilizzato -, dall'aroma floreale eccezionalmente delicato e dal corpo leggero, che lascia una nota amarognola dissetante e tutt'altro che invadente. Insomma, birre non fatte per stupire per la loro intensità o particolarità, ma che nei fatti stupiscono per la qualità raggiunta all'interno di canoni che torno a definire di "pulizia" e di equilibrio - cosa forse ancor più difficile. Direi quindi che la nuova avventura intrapresa da Antonio è assai promettente - con una terza birra in arrivo -, tanto più che poggia su solide basi.

Un'ultima nota va alla nuova cotta della Contessina dell'Antica Contea, che secondo Costantino dovevo "assolutamente assaggiare": in effetti l'ho trovata affinata soprattutto sotto il profilo dell'aroma, dalle note fresche ed agrumate più forti che in precedenza, così come nell'amaro al retogusto che rimane più secco e netto. Da bere a boccali per togliere la sete, insomma, perché scende che è davvero un piacere...

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