Come ogni anno ho dedicato una giornata ad un giro per Friuli Doc, la principale manifestazione dedicata all'enogastronomia friulana. Anche le birre artigianali locali si sono ormai da qualche tempo guadagnate il proprio spazio all'interno della kermesse, per cui gli estimatori trovani di che dissetarsi.
La mia prima sosta birraria tuttavia non è stata allo stand di un birrificio artigianale, ma a quello della rete Asprom con la sua Centparcent Furlane: un progetto birrario lanciato lo scorso anno proprio a Friuli Doc - e di cui avevo parlato qui - e che è andato espandendosi con la creazione di una cooperativa finalizzata alla commercalizzazione della birra e di altri prodotti. Alla birra di lancio iniziale - una golden ale - se ne sono aggiunte altre - viaggiamo attualmente verso la decina di stili; quest'anno per Friulidoc nello specifico erano disponibili due lager, una bionda e una ambrata. Ho scelto la bionda in quanto, come da vulgata dei biersommelier e affini, sulla lager bionda è più difficile mentire. All'aroma, pur cogliendosi in maniera delicata il profumo dei luppoli Hallertau, si nota un leggero sentore di esteri: ho infatti poi avuto conferma da Alido Gigante, presidente di Asprom, che si tratta di una birra rifermentata per poterla meglio conservare. Il corpo è ricco sui toni del miele, ma comunque snello; e il taglio amaro secco sul finale, pur leggero, fa sì che non ci siano persistenze dolci troppo prolungate. Una birra semplice e beverina nel suo complesso - unico appunto che farei è appunto il leggero fenolico all'aroma, sarei curiosa di riprovarla non rifermentata.
Insieme a Gigante ho poi assaggiato una delle novità, la apa: ben percepibile ma non eccessivamente spinto il Citra all'aroma, corpo anche qui snello con qualche nota tostata e di biscotto, e chiusura di un amaro resinoso ben persistente per quanto non particolarmente intenso. Una apa in stile, equilibrata tra la componente agrumata del luppolo e quella tra il tostato e il caramellato del malto.
Naturalmente non ho mancato una sosta allo stand dell'Associazione artigiani birrai Fvg, dove ho fatto conoscenza - tra le tante - con una delle birre del triestino birrificio Cavana - la Sania, una ale chiara alla curcuma in cui la spezia, pur rimanendo morbida, è presente in maniera molto decisa - e con la Super Nova di Galassia, American Ipa pensata come "sorella maggiore" della loro Nova. Profumi di pompelmo, agrumi e frutta gialla in generale ben notevoli - da segnalare di dry hopping di mosaic, galaxy ed ekuanot -, corpo scorrevole in cui si coglie comunque il caramello al di sotto dei toni agrumati che persistono anche in bocca, e taglio finale di un amaro netto e resinoso che persiste pur senza essere invasivo. Buona evoluzione della sorella minore, forse da controbilanciare con un corpo leggermente più biscottato, ma nel complesso assai gradevole e beverina nonostante e 6 gradi alcolici.
Vedendo i due stand - Asprom e Associazione artigiani birrai - così vicini, non ha potuto non imporsi qualche riflessione. La rete che riunisce un'ottantina di produttori d'orzo
ha infatti gettato un nuovo "sassolino" in quanto alla produzione di birra in
Fvg. Alcuni di questi restisti - pochi, per la verità - sono anche
birrifici agricoli, ma perlopiù la rete vende a Peroni e Castello che
utilizzano poi il malto per alcune specifiche produzioni di impronta
regionale - non propriamente delle crafty, in quanto si parla ad esempio
del rilanciato marchio Dormisch, comunque legato alla storia
dell'industria birraria. Presentando la propria birra agricola, Asprom
si è lanciata in un mercato che, a mio avviso, si sovrappone solo
parzialmente a quello dei birrifici artigianali: perché l'appassionato
di microbirrifici continuerà a cercare i microbirrifici - dato che il
suo interesse sta nell'arte dello specifico birraio prima che nella
produzione locale delle materie prime -, mentre chi invece cerca una
birra dalle connotazioni territoriali e diversa da quella industriale
potrà cercare anche la Centpercent Furlane. Un
pubblico di estimatori di produzioni locali, dunque, prima che di cultori di
arte brassicola in senso stretto - per quanto ciò non escluda che i
cultori di arte brassicola possano anche ricercare prodotti locali,
naturalmente. Su questo punto però non possiamo domenticare che diversi birrifici
artigianali sono anche agribirrifici, producendo da sé l'orzo e altre
materie prime: e si crea dunque qui un'ulteriore sovrapposizione tra i
due soggetti - argomento che senz'altro merita più approfondita
riflessione, e quindi in un altro post.
Ti è piaciuto questo post? Condividilo!
Nessun commento:
Posta un commento