martedì 17 maggio 2016

Una corsa lungo la Statale 56

Pur avendo mancato la serata di presentazione, sono riuscita a "recuperare" la Statale 56 - birra "one shot" nata dalla collaborazione tra Antica Contea e Borderline Brewery, e che prende il nome dalla strada che unisce i due birrifici - alla Brasserie di Tricesimo (chiedo scusa per la foto "rubata" ad Antica Contea e alla Vineria Avamposto, la foto scattata da me ieri sera al bicchiere è purtroppo inservibile). Trattasi di una scotch ipa, che unisce la tostatura del malto tipica delle scotch ale ad una luppolatura americana (azacca in aroma e dry hopping e centennial in amaro, mi è stato rifrito, se sbaglio i diretti interessati mi corriggeranno). Devo dire che il primo pensiero che mi è passato per la testa avvicinando il bicchiere al naso è stato....questa è strana. Ossia: già in quanto ad aromi, il connubio tra il fruttato del luppolo e la tostatura del malto - che rimane comunque abbastanza "nelle retrovie" in questa fase - risulta quantomeno insolito. In bocca arriva poi, insieme al biscotto del malto, un curioso sapore che sia io che Enrico abbiamo identificato come sambuco; immediatamente prima di una buona sferzata di amaro citrico e secco che potrebbe sembrare la chiusura, e che invece pochi secondi dopo lascia spazio al ritorno della tostatura. Una birra che ho trovato quindi piuttosto complessa nel suo articolarsi, pur mantenendo una buona bevibilità - complice il corpo non eccessivamente robusto; e che ho trovato distinguersi anche per una certa "ruvidità" degli aromi e dei sapori, con passaggi anche abbastanza improvvisi tra l'uno e l'altro, pur senza varcare il confine dell'eccesso né della sgradevolezza. In questo senso devo dire che ho visto un incontro tra lo stile di Antica Contea - che rimane "elegante" anche là dove le luppolature sono generose o i sapori forti, vedi il caso di Dama Bianca o di Vingraf - e quello di Borderline, che invece predilige aromi e sapori più audaci soprattutto sul fronte dei luppoli.

Un'ultima nota la riservo all'altra birra che ho provato, la Busillis di Toccalmatto spillata a pompa - new entry della Brasserie -; spillatura che in questo caso si è rivelata cruciale, trattandosi di una bitter leggerissima come stile britannico vuole - se non fosse per la luppolatura tra l'agrumato e il tropicale, che riporta piuttosto oltreoceano. Da godere a grandi sorsi e con poca carbonatazione nelle giornate calde (che speriamo si avicinino), dato il corpo scarico ed il finale agrumato ben secco e fresco. L'arrivo della pompa, insomma, promette ulteriori interessanti evoluzioni alla Brasserie, dato anche il parco birre rinnovato dopo la riapertura.

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