
Devo ammettere, però, che sin dal primo impatto sono rimasta abbastanza perplessa. Innanzitutto, basandosi sulle insegne poste ai gazebo non sempre c'era modo di capire che birra vi venisse servita: mi sono addirittura trovata ingenuamente a chiedere ad uno degli organizzatori se i birrifici si turnassero durante i giorni di manifestazione, dato che non vedevo i nomi di tutti quanti. Oserei dire che avevano quasi più visibilità gli stand gastronomici: certo assai ricchi - dalla frittura di calamari alla wienerschnitzel -, ma forse eccessivi in una manifestazione che si definisce in locandina "expo dei microbirrifici e delle birre artigianali".
Inoltre, mi ha lasciata altrettanto perplessa il fatto che nella serata di apertura non sia riuscita a parlare con nemmeno un mastro birraio: agli stand a cui ho chiesto informazioni sulle birre presentate, la risposta che ho sempre ricevuto è stata "Mi spiace, non ne so nulla, io sono qui solo a spinare, telefoni in birrificio". Sarò capitata nel momento sbagliato, per carità, e capisco che i mastri birrai non possano fisicamente essere sempre presenti: però almeno un'infarinatura a chi sta alle spine sarebbe necessaria in un - idem come sopra - "expo dei microbirrifici e delle birre artigianali".

Voglio mettere in chiaro che non mi piace la critica fine a sé stessa che scade nella denigrazione; tanto più che, se davvero si vuole screditare qualcuno, la più grande condanna dal punto di vista mediatico è il silenzio. Mi piacerebbe però che una manifestazione che, grazie alla collaborazione tra due enti come Pro Loco ed Ersa, potrebbe davvero offrire una buona vetrina ai tanti birrifici artigianali di qualità della regione, davvero lo facesse nel migliore dei modi, senza rischiare di snaturare quella stessa realtà che vuole promuovere.