venerdì 9 maggio 2014

Anche Maria Teresa beveva la Ipa

Almeno qui in Friuli, il nome di Maria Teresa d'Austria ancor prima che Vienna evoca Trieste: la celebre imperatrice ha infatti lasciato la sua impronta nella città, non solo nell'architettura - a lei si deve l'ospedale maggiore - ma anche, diciamo così, sotto il profilo birrario. E' lì infatti che nel 1766 tal signor Lenz ha aperto la prima fabbrica di birra della città, diventata poi lo storico birrificio Theresianer, in omaggio alla monarca. Potete così immaginare quale è stata la mia sopresa nello scoprire che in realtà lo stabilimento ora è nelle mie terre d'origine, e precisamente a Nervesa della Battaglia (Treviso).


Scoperta che ho fatto qualche sera fa al Caffè Al Portello - di cui avevo già scritto in questo post -, quando ho deciso di lasciar fare al buon Luca nel scegliere la birra per quella sera. Preannunciandomi che "questa è speciale", mi ha messo davanti una Ipa della Theresianer: ed ho così scoperto, leggendo l'etichetta, che il noto marchio si è spostato più ad ovest. Poco male, mi sono detta, l'importante è che la birra sia buona.

In effetti, di una cosa devo dare atto a Luca: speciale è speciale, in quanto l'ho trovata diversa da altre Ipa. Sin dall'aroma si nota che la luppolatura è parecchio più intensa della media, con qualche leggera nota di spezie e di agrumi. Anche il gusto non delude le anticipazioni: il corpo è ben robusto e amaro, ma senza lasciare poi - scusate la ripetizione - l'amaro in bocca, perché pur essendo ben persistente tende a smorzarsi lasciando un sentore di "pulito".

Chiaramente a questo punto si apriva la questione dell'abbinamento, anche se le birre dal gusto così intenso a volte stanno quasi meglio da sole - della serie, non roviniamoci il gusto. Sicuramente qualcosa di salato - non a caso Luca ci aveva messo davanti delle noccioline -: più di tutto, abbiamo concluso, potrebbe andarci insieme un formaggio ben stagionato, per quanto la scehda di degustaizone suggerisse anche salumi piccanti e pesce. Ottima, comunque, anche da sola, non c'è che dire.

Un'ultima nota per la scheda di degustazione allegata alla bottiglia: la curiosità è che comprende anche una descrizione in 5 passaggi successivi, con tanto di fotografie, di come riempire il bicchiere nel modo giusto - partire inclinandolo a 30° per poi riportarlo lentamente in verticale finché si riempie per 3/4, aspettare che si compatti la schiuma e poi finire l'opera - in modo da valorizzare al meglio questa Ipa. Della serie, se sbagliate qualcosa e la birra vi delude, non potevate dire che non ve l'avevamo detto.

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