giovedì 5 dicembre 2013

Una serata senza zucchero

Da tempo avevo in programma una visita ad uno dei pub che mi erano stati descritti da più parti come da non perdere, il King's Arm di Pordenone: e dopo diverse sollecitazioni e buoni propositi andati a vuoto, a darmi finalmente l'occasione di andare è stato il buon Francesco, peraltro frequentatore abituale - tranquilli, non è un alcolista; anzi, alle ragazze single mi permetto pure di suggerirlo come buon partito, se volete il numero di telefono fatemi sapere - di suddetto pub.

Il posto è arredato in maniera senz'altro consona ad una birreria: le pareti sono letteralmente tappezzate di poster, foto, bandierine e chi più ne ha più ne metta dei marchi più o meno conosciuti. Il pezzo forte è però il listino: non a caso il simpatico proprietario ci ha detto "Vi lascio un elenco telefonico", ad indicarne lo spessore. E in effetti siamo rimasti parecchio disorientati, tanto che la povera cameriera è dovuta tornare più volte a prendere l'ordine: tra birre alla spina e in bottiglia se ne contano infatti più di 150 tipi, per cui la scelta è stata piuttosto laboriosa.

Meno male che ci è venuto in soccorso appunto il titolare, che con fare esperto ci ha consigliati.Veramente io una mezza idea ce l'avevo già: per colpa o merito dell'amico Gino di Foglie d'erba mi sono appassionata alle birre con poco zucchero, più facilmente "assimilabili" e dal gusto che trovo più "genuino" perché permette di apprezzare meglio i sapori - qualunque essi siano. Così, quando il mio sguardo è caduto sulle Caulier - una casa belga che pubblicizza birre "senza zucchero per natura" -, non ho potuto reisstere alla curiosità. Rimaneva solo da scegliere quale: giusto per andare sul sicuro rispetto alle mie preferenze consolidate ho optato per la bruna, nonostante i 6,8 gradi a stomaco vuoto mi lasciassero un po' perplessa. Devo dire che è valsa la pena aver osato: non ho ricordi di aver provato birre dal malto così intenso - prevedibile, direte voi -, con tutta la rosa dal caramello al tostato in sequenza. Curioso come tenda, partendo dal dolce, a virare in una seire di sfumature verso l'amaro, fino a lasciare un retrogusto che di zuccherino non ha proprio nulla: per palati forti, ma da provare.

Francesco a dire il vero mi aveva consigliato piuttosto la Caulier 28, la sua preferita: una bionda, decisamente più leggera (5 gradi) e anche in questo caso senza zucchero. Naturalmente, dato che lui ha ordinato quella, sarebbe stato un peccato non assaggiare una birra che mi era stata magnificata così tanto: compito a cui ho prontamente adempiuto, barattando la cosa con un sorso di bruna. Anche in questo caso il tocco della casa si sente: le note di agrumi sono ben bilanciate con quelle di tostato del malto, esaltate appunto dall'assenza di zucchero a differenza che in altre bionde.

Chiaramente, a quel punto urgeva tamponare l'alcol prima di rimettersi alla guida: così ci siamo dati alla lista di toast, panini e piadine che in quanto a lunghezza non ha molto da invidiare a quella delle birre - altra particolarità del King's Arm, nel caso in cui siate appassionati di questi sfizi e soprattutto delle innumerevoli salse di ogni genere di cui sono guarniti. Il migliore ricordo della serata rimane comunque la dotta dissertazione birraria del titolare: come sempre, apprezzi di più se sai cosa bevi, e se lo fai in buona compagnia...

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