lunedì 18 marzo 2013

Questo concorso non s'ha da fare, parte seconda

Curiosa coincidenza che qualche tempo fa si sia registrato un insolito traffico sul post "Questo concorso non s'ha da fare" esattamente nelle stesse ore in cui, per conto del Gazzettino, stavo approfondendo la cosa per un articolo. In altre parole, stavo tornando alla carica per avere qualche informazione in più, questa volta non come partecipante al concorso ma come giornalista.

Di solito, quando ci si presenta per conto di qualche giornale, i casi sono due: o (felice ipotesi numero uno) tutte le porte si aprono, o (infelice nonché più frequente ipotesi numero due) tutti diventano improvvisamente reticenti. In questo caso, fortunamentamente, si è verificata la felice ipotesi numero uno: così ho potuto parlare direttamente con Enrico D'Este, assessore alle risorse umane del Comune di Udine.

Ho quindi scoperto che a pensare male avevo sì fatto peccato, ma non ero andata lontana dal vero. L'assessore ha motivato la decisione con la mancata emanazione del decreto del governo sulla virtuosità degli enti locali, attesa per lo scorso 31 dicembre, che disciplina anche le possibilità di assunzione del personale: «Non è ancora chiaro se nel conteggio vanno comprese anche le società partecipate – spiega –, oltre al fatto che al momento non sappiamo se rientreremo nella fascia dei comuni “virtuosi”: in caso contrario, potremmo addirittura essere costretti a dei licenziamenti». In altre parole: non si sa se e quante persone il Comune potrà assumere, in base a parametri dipendenti da Roma. Ma anche se il governo desse il via libera c'è un altro problema, ossia la stretta ai trasferimenti dalla Regione per quasi 6 milioni di euro, di cui 600 mila destinati al personale: «Si tratta di un -5% sul bilancio di previsione 2013 rispetto al consolidato del 2012 – precisa d'Este –: le spese per il personale sono abbastanza rigide, attorno ai 35 milioni di euro, e non è facile recuperare le risorse che mancano. Le assunzioni bloccate inciderebbero per circa 250 mila euro». Insomma, non si sa se si può assumere, e anche se si può bisogna capire dove recuperare i soldi. Come prevedibile, inoltre, difficile dire quando questo decreto verrà emanato, data la situazione incerta uscita dalle urne che sta dando non pochi grattacapi nella formazione del prossimo esecutivo.

A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: tutti i concorsi bloccati erano stati banditi prima del 31 dicembre, ossia il termine entro cui si sarebbe presumibilmente saputo se quelle assunzioni sarebbero state effettivamente possibili (come testimonia il testo del bando): non sarebbe stato più sensato aspettare, invece di spendere dei fondi a quanto pare così preziosi per le prime fasi dei test?

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